Meditazioni

ASCENDERE ALLA CROCE 

COME VERA PROSPETTIVA DI SALVEZZA

Vincenzo La Gamba

Ascensione significa salire da un punto basso verso l'alto. É come ascendere ad una montagna, difficile quindi. Più facile é l'uso di un ascensore, che é fatto per aiutare a salire, perché é più facile scendere.

Comunque sia l' Ascensione al Cielo non é stata cosa difficile per il Signore, ma lo é sicuramente per noi, comuni mortali. Per noi c'é un altro tipo si ascensione, quella sociale.

Puntiamo sempre, nell'età matura, di riuscire a stare meglio, comprarsi una casa, una comoda macchina, aumentare sempre lo stipendio. Tutto é insoddisfacente. Si deve sempre puntare sempre più in alto. Questa é la logica della vita, per chi non vuole rimanere con i piedi per terra.

A volte questa ascensione nella società in cui viviamo, porta scompensi di stress, di angoscia, perché per salire i gradini del successo bisogna calpestare i piedi a qualcuno. Succede pure che chi non ce la fa, ha invidia di colui che invece riesce nella vita.

Il mito dell'ascensione é antichissimo, ma era riservato agli eroi. Oggi é riservato ai più forti, ai più furbi, ai più ladri se vogliamo.

Nella nostra riflessione domenicale, Gesù, con la Sua Ascensione ci invita ad una strada nuova, più umana (perché la Sua é solamente divina), quindi percorribile a tutti. 

Chiariamo meglio il concetto. L' Ascensione é percorribile per coloro che hanno fede in Gesù, di quel Gesù che si é incarnato per noi per redimerci dal peccato. Soprattutto Gesù ci indica la strada della fiducia in Dio, di chi si scopre figlio di Dio.

Questa é una festa che ci dona pace, perché ci dice chi siamo e dove andiamo: ciò che conta é sapere che siamo figli di Dio e che siamo chiamati a regnare con Lui.

Per ottenere ciò dobbiamo avere fede: l' Ascensione di Gesù é un momento di riflessione di fede. É un momento in cui gli Apostoli diventano "orfani" di Gesù, perché Gesù, una volta compiuta la sua missione terrena torna dal Padre "e siede alla Sua destra".

Gli Apostoli non lo vedranno più, anche se dovranno fidarsi (e noi con loro, dopo oltre duemila anni) dell'amore tra Dio Padre e Dio Figlio, da cui nasce lo Spirito Santo.

Questo elemento invisibile non ci fa rimanere "orfani" di Gesù perché lo Spirito Santo é il dono di Dio, dopo la morte di Suo Figlio.

Allora l'Ascensione é una festa di gaudio e di  infinita gioia: la gioia di sapere che il Signore non é più presente soltanto in un luogo.....  ma dovunque, ci é accanto: é in noi!

É un momento in cui é giunto il tempo di rafforzare la nostra fede: non a parole, ma con uno spirito nuovo.

Avere fede é gioia di sapere che il Signore, dal maligno, dal peccato e, attraverso la Sua volontà, ci indica la strada della felicità vera a non dobbiamo puntare (da mortali) all' ascensione inutile, cioè quella sociale, ma quella spirituale; un'ascensione delle cose semplici di tutti i giorni, della priorità del servizio per gli altri per ascendere e guardare la Croce, come vera prospettiva di salvezza.

Meditazioni: «ASCENDERE ALLA CROCE COME VERA PROSPETTIVA DI SALVEZZA»,  Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica 28 Maggio 2006 - Ascensione