Meditazioni

Il buon pastore dà la vita per le sue pecore

 

Vincenzo La Gamba

Nel testo originale del Vangelo odierno, la traduzione é di un Gesù, che é  un "Bel Pastore", mentre nella nostra lingua Gesù é tradotto come il "Buon Pastore". É da sempre che esiste quest'ultima frase.

Perché Gesù si definisce il "Bel Pastore".  E come dobbiamo intendere l' immagine del "Buon" Pastore?

A dire il vero, la bontà, al giorno d' oggi, si é degradata, nel nostro linguaggio, a "buonismo", perché soventemente si confonde la bontà con l' incapacità di agire e di volere.  Cioé si dice comunemente che "quando si é buoni, si é fessi!"  A me pare vero il contrario.

Infatti, quello che il brano evangelico odierno ci vuole trasmettere é un' altra immagine di "bontà".  Il Buon Pastore non é uno che aiuta gli altri, che si impegna per gli altri, ma la "bontà" di Gesù é qualcosa di molto serio: "il buon pastore dà la vita per le sue pecore".

Cosa significa ciò? Significa che Gesù non si accontenta di risolvere qualche nostro problema o di darci un qualche conforto, ma affronta la domanda come fosse la domanda della nostra vita.

Gesù é un "Buon Pastore" - autenticamente buono e non buonista - perché la Sua opera é realmente efficace contro il peccato, contro la violenza, contro ogni nemico che minaccia l' essere umano. Il concetto profondo e addirittura semplice di questo Vangelo Giovanneo é fondamentalmente questo: "Gesù conosce le Sue pecore e le Sue pecore conoscono Lui".

Ed é qui che, fondamentalmente, comprendiamo perché Giovanni usa, nel testo greco, l'aggettivo "bello". La bontà del Cristo ci attira verso questo "bel" rapporto di amore. Gesù é il "bel" Pastore perché, sostanzialmente, calamita la nostra attenzione.

Dice, poi, Gesù: "Io ho altre pecore, che non sono di quest'ovile; anch'esse ascolteranno la mia voce......" . 

Analizzando bene quello che dice Gesù, ci troviamo di fronte al "titolo" di Pastore più disarmante e disarmato che Gesù dà a se stesso, perché capiamo che, in fondo, la "bellezza" é attrazione.

Con che cosa si avvince il Pastore "bello"?  Come il Pastore "bello" ci fa suoi seguaci?

La risposta di Gesù é racchiusa tutta in un verbo ripetuto cinque volte: "Io offro la mia vita; la mia vita per la tua".

Il Buon Pastore altresì, aggiunge di "aver ricevuto questo comando dal Padre".

Cioé é il comando di Dio che fa "bella" la vita e la vita é "bella" perché é un dono di Dio.

La felicità di questa vita ha a che fare col dono e non può essere mai solitaria.

Ma Cristo ancora ci insegna che ogni uomo é più importante di se stesso. Questa é veramente bontà!  Non é vero?

Però per stare bene, l' uomo deve dare, perché così c i ha insegnato il Signore!  Così, quindi, come il Pastore non può stare bene finché non sta bene ogni sua pecora,  il cristiano credente non può stare bene finché un suo fratello e sorella in Cristo non stanno bene.

La nostra deve essere sempre una costante ricerca di Dio, che ci dia il coraggio di capire che dare la propria vita é l' unico comando per fare "bella" la vita stessa.

Meditazioni: «Il buon pastore dà la vita per le sue pecore»,  Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, 7 Maggio 2006 - Quarta Domenica di Pasqua