Meditazioni

La vigna è il campo prediletto, anche da Dio

Vincenzo La Gamba

Non é pura coincidenza il fatto che la scorsa domenica il brano evangelico era improntato sul tema della vigna.  Anche quest'oggi la parabola narra di "vignaioli", però omicidi, che tratta di un realismo tale da considerarlo come una teologia della storia.

Che cosa é l' omicidio?  Certamente é l' apogeo di una infedeltà continua, che nasconde ingratitudine o  mancanza di rispetto agli insegnamenti di Dio. É la storia che non cambia quella dell' umanità e quella di ogni uomo; una storia con tutti i nostri limiti e le nostre ingiustizie. Noi reagiamo così davanti al bene che riceviamo dai nostri simili, ma quello che é peccato é che noi agiamo così davanti alla bontà di Dio.

Ci sono degli individui, che io conosco personalmente, i quali pensano di controllare il mondo ed il destino degli altri, nulla sapendo che commettono il grave errore di credersi padroni di un regno che é in netta contrapposizione con quello di Dio. Molte volte non ci troviamo al posto che dovremmo occupare e ci piace vietare l' ingresso a coloro che vogliono entrarci. L' atteggiamento di Dio differisce dal nostro. Innanzitutto Dio ama tutti allo stesso modo, ma non tollera che i suoi figli non mangino il pane che egli offre loro e che per di più si ostinano ad impedire agli altri di mangiarlo. É proprio vera una cosa: noi ci sbagliamo in tutto. E proprio quando ci sentiremo più sicuri, verremo privati dei nostri doni, perché non possediamo, anche  se lo crediamo, nessuna esclusività.

Questa é una domenica di delusione per Dio: il profeta Isaia tratta il tema dell' uva selvatica nella prima lettura. Presenta Dio come padrone assoluto che dedica tutte le cure possibili alla Sua vigna, che non gli dà, però, i frutti sperati. É descritta simbolicamente la storia dell’ infedeltà di Israele.

Il Vangelo di Matteo é come una vendemmia di sangue. La parabola intona il canto dell' amore deluso; canto però di una passione che nessuna delusione può spegnere, che non arrende, che prende sempre nuovi sviluppi, che non é mai a corto di meraviglie.

Per ogni contadino, la vigna é il campo prediletto. Noi, essendo la vigna di Dio, creiamo delusione a Dio.  Quindi se il Regno, alla fine, sarà dato ad un altro, forse inizierà da capo la conta della speranza e della delusione. Così é il nostro Dio: in Lui il lamento non prevale mai sulla speranza. Ed il frutto di domani conta più del rigetto di ieri. Il bene  e l' amore di Dio vale più della sconfitta patita. Ma c'é di più. La parabola dell' amore deluso non si conclude con fallimenti. Tutt'altro. Tra Dio e l' uomo, le sconfitte servono a fare meglio trionfare l' amore di Dio. La soluzione dei giudei é logica: ancora sangue, nuovi vignaioli e nuovi tributi.

Gesù introduce la novità del Vangelo: Dio non spreca la storia in vendette; il Suo Regno é una casa nuova la cui "pietra angolare" é Cristo e solo Cristo; una vigna nuova dove la vite vera é Cristo e solo Cristo!

Il Regno sarà "dato ad un popolo che lo farà fruttificare". Così narra il Vangelo odierno, e la vigna sarà donata a chi sa fare i buoni frutti che Isaia enumera: "aspettavo giustizia, attendevo rettitudine, non più grida di oppressi, non più sangue".  Il frutto che il Padrone attende, non riguarda il suo proprio interesse, ma il volto dei suoi figli non più umiliato: passione di Dio, al tempo stesso suo patimento e suo desiderio.

Il mondo é di Dio, non dell' uomo che vuole controllare il mondo di Dio, ma é dato a chi lo rende migliore, con umiltà ed amore, a chi fa crescere vigne come vele per l' arca della sua storia.
 

Meditazioni: «La vigna è il campo prediletto, anche da Dio»,  Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica 2 ottobre 2005 - XXVII.ma Tempo Ordinario