Meditazioni

Ambienti tolleranti ed armoniosi
per la correzione fraterna
 

Vincenzo La Gamba

C'è un collegamento ben preciso nelle due sezioni dell' odierno brano evangelico. La prima parte prende in esame il recupero comunitario del peccatore  attraverso la "correzione fraterna".

Cosa significa ciò?  Se uno pecca, prima correggilo fra te e lui solo. Se non ne vuole sapere, chiama altri due testimoni, Perché "ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni.  Se poi non ascolterà nemmeno costoro, dillo all' assemblea; e se non ascolterà l' assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano". Poi aggiunge Gesù: "Tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo".

Questo processo, con esiti diversi, è il potere di "legare e sciogliere" che ha la Chiesa.  È veramente importante capire il potere del perdonare (paragonato al legame) e quello di scomunicare (quindi scioglimento) che la Chiesa esercita in nome di Gesù. Non dimentichiamo che, durante i primi sei secoli della Chiesa, lo stile comunitario di "legare e sciogliere" con l' assemblea credente, un peccatore pubblico fu abituale nella prassi di penitenza. Questa si riferiva ai peccati gravi, che nel contesto di allora, si riducevano a tre: apostasia, omicidio e adulterio.

Va da sé che l' obiettivo della "correzione fraterna" di chi pecca è il suo recupero comunitario attraverso la conversione.
La seconda parte del Vangelo di Matteo mette in evidenza la presenza di Cristo nella comunità, che è la Chiesa. Quando Gesù dichiara di essere presente in mezzo a due o più che pregano significa che essi rappresentano la Chiesa nel senso lato.

Ne deriva il fatto che Cristo è "sempre presente nella Sua Chiesa ed in modo speciale nelle azioni liturgiche".
In una società, come la nostra, dove l' uomo è solo un "essere sociale", il credente dice che questo non basta, ma che dove due o tre sono riuniti nel nome di Cristo, lì c'è Cristo stesso!

Quando due o tre credenti si guardano con verità e pietà, lì c'è Dio! Quando un uomo dice ad una donna: tu sei carne della mia carne, lì c'è Dio!

Quando un genitore ed un figlio si guardano e si ascoltano con amore, lì c'è Dio!

Quando l' amico paga all' amico il debito del reciproco affetto ed amore, lì c'è Dio!

Che mai vengano a separarsi amore e verità.  La verità senza amore porta a tutti conflitti.  D'altro canto l'amore senza verità è sterile, perché è amore per caso, fortuito, senza futuro.

Lo afferma Gesù nell' odierno Vangelo: "Non abbiate nessun debito con nessuno, se non quello di un amore vicendevole; perché chi ama il suo simile ha adempiuto la sua legge".  Possiamo, dunque, dire che l' amore non fa nessun male al prossimo.

Ebbene, tra i doveri o le manifestazioni dell'amore, il Vangelo oggi sottolinea la "correzione fraterna".

La cosa più frequente è eludere la "correzione" fraterna, rifugiandosi nel disfattismo, oppure nell' individualismo. Si arriva a dire che “il lupo perde il pelo ma non il vizio"; oppure "ognuno per sè e dio per tutti"; mica sono "il guardiano di mio fratello" ed in ultima analisi: si salvi chi può!

Ma ancora peggio è quando si mormora alle spalle di qualcuno; oppure gli si rinfaccia un peccato; o, ancora, lo si insulta con parole offensive.

È un dato dell' esperienza che la "correzione fraterna" è facile a parole, molto più difficile nei fatti.

Perciò dobbiamo impegnarci con perseveranza, tenacia e, diciamolo pure, testardaggine, a creare i presupposti di un ambiente sempre più tollerante, cordiale ed armonioso per chi deve essere "corretto" nella fratellanza.
 

Meditazioni: «Ambienti tolleranti ed armoniosi  per la correzione fraterna»,  Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica 4 settembre 2005 - XXIII.ma Tempo Ordinario