Meditazioni

La porta della salvezza
 

Vincenzo La Gamba

"Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà ed uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere. Io sono venuto perchè abbiate la vita e l'abbiate in abbondanza". 
Sono le parole finali dell' odierno Vangelo, cosi come lo narra Giovanni nella quarta domenica dopo Pasqua.  Ci descrive Cristo come Pastore del popolo ed Agnello di Dio, offerto in sacrificio. Tutti noi eravamo come pecore smarrite, e ora, possiamo sperare nella salvezza unicamente perchè Gesù si è offerto per noi, accettando la morte per salvare il Suo popolo.

Sullo spunto della porta mi soffermerei per dedicare una preghiera al Signore, composta da Pietro Mari, cominciando col dire che “sono una porta, o Signore, una porta grande, piccola, semplice od elegante... ma sono presente ovunque, Signore: nelle case dei poveri, nei palazzi maestosi, in Chiese disadorne come nelle cattedrali imponenti.

Ho paura, Signore, che gli uomini comprendano poco di me, che colgano di me solo l'aspetto pratico, funzionale.  L' uomo, o Signore, confida forse un pò troppo in me, per la sua difesa da ladri, nemici, invasori. Ma presto si è accorto d'avere mal riposto la sua fiducia.  Non io, o Signore, ma Tu sei difesa sicura, porta invalicabile contro avversari e nemici. Solo tu, o Signore, puoi proteggere le Tue creature amate dagli assalti di Satana. 

Spesso, Signore, lavorata da mani abili ed esperte di artigiani, sono bella e tanti sostano ad ammirarmi, a contemplare i fregi che mi adornano, l'architrave in pietra che mi fa corona, le cornici ed i bassorilievi dei pannelli che mi impreziosiscono, i bronzi leggiadri che mi ingentiliscono.

Fa, o Signore, che ogni casa, ogni famiglia non si chiuda mai dietro di me, ripiegandosi su se stessa, ma mi tenga sovente aperta per accogliere l' amico ed il povero, il viandante oppure lo smarrito di cuore. Fa che io mi trovi sempre spalancata quando mi trovo sulla facciata delle Tue dimore di pietra sulla terra, Signore, le Tue Chiese. Che gioia per me, Signore, introdurre ai Tuoi altari gioie di bimbi, ansie di genitori, angoscia di poveri, sogni di giovani. E se io, Signore, porta di Chiesa, resto più a lungo aperta, anche i Tuoi discepoli potrebbero uscire più spesso per piazze e sentieri dove Tu li precedi come bellezza della creazione, come verità delle cose, come rivelazione negli eventi, luce sui volti, dolore nei crocefissi, estasi negli innamorati.......
Segno grande di vera civiltà sarebbe anche, Signore, se ogni Nazione, ogni popolo aprisse più ampiamente le porte dei propri confini, consentendo allo straniero disperato di non vedersi ingiustamente escluso e tenuto lontano dal pane, dalla vita, dalla libertà. Che bello, o Signore, se accanto a me, accanto a tutte le porte di case, Chiese, nazioni ardesse sempre un lume per dire ad ogni viandante: "fermati, entra, siedi a mensa con noi, spezziamo il pane per un pasto meno solitario e triste.

E quando a bussare alla porta del nostro cuore sei Tu, o Signore, fa che Ti apriamo subito, cosicchè Tu, possa sedere a mensa con noi, ospite che ospita ogni cuore nel suo, ardente e divino.

C'è anche una porta del Cielo?  E allora, Signore, aprila a noi. Ma facci capire ogni giorno che stretta è la via che vi ci conduce. Rendici, o Signore, docili all'osservanza dei comandamenti, che Tu, ogni giorno, incidi sugli stipiti delle porte delle nostre anime.

Infine, o Signore, aiuta tutti i Tuoi figli e le Tue figlie a guardare serenamente alla loro morte, come ad una sorella, anzi come ad una porta. I suoi battenti si chiuderanno sulla scena di questo mondo, ma si apriranno sulla luce e sulla bellezza del Tuo volto.

Una porta che porta a Te, o Signore, la PORTA….”.
 

Meditazioni: «La porta della salvezza»,  Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica 17 Aprile 2005  -  Quarta dopo Pasqua