Meditazioni

Un cuore gioioso
è come un cuore che brucia d' amore
 

Vincenzo La Gamba

Con la domenica dopo Pasqua inizia il "Tempo della Chiesa", il periodo cioè in cui i discepoli vengono inviati a portare la buona novella: "Cristo è Risorto!".  In questa parole è racchiusa tutta la letizia della Risurrezione, oggetto primordiale della fede.

Alla Risurrezione si può solo credere. Anzi, coloro che credono senza aver visto, sono chiamati beati. Se oggi vi è crisi di fede e di vocazioni è perchè la fede spesso si razionalizza eccessivamente.

Si dirà:  ma anche Tommaso non ha creduto fin quando "non vide il segno dei chiodi nelle mani di Gesù; non mise il dito nel polso dei chiodi e non mise la sua mano nel Suo costato".

Ebbene se Tommaso si è ricreduto è perchè Gesù, in una delle Sue apparizioni dopo la domenica di Pasqua, gli ha fatto toccare tutto quello che egli diceva di non credere.  È stato in quel momento che Tommaso esclama tutta la sua fede in "Mio Signore e mio Dio!", per significare che Dio esiste, così come è esistito il Buon Maestro, che è morto e poi risorto.

Diciamo quindi che Tommaso ne è il testimone più fondamentale della nostra fede ed è appunto per questo solo motivo che noi, pur non avendo mai visto Gesù e toccateGli le mani ed il costato, crediamo nel nostro Signore e nostro Dio!

C'è senz' altro gente che non crede alla Risurrezione ed il torto maggiore di tale miscredenza è da attribuirsi ad una spiccata tendenza sofista che imperversa anche ai nostri giorni, per la quale si crede solo in quello che si consta al tatto e ai sensi esterni, mentre la vera fede nasce dal cuore e la sensibilità dello spirito. Se ci mantenessimo ben lungi dal soccombere ad una tale tendenza, tutti saremmo reali apostoli ed evangelizzatori, portatori anzitutto della gioia che ci deriva dalla convinzione radicale della Risurrezione (o credi o non credi), soprattutto perchè le parole della fede incuterebbero nel nostro spirito la motivazione e la costanza fondamentale che è di sprone alla missionarietà di tutti i giorni.

"Tempo della Chiesa" è fondamentalmente il periodo dell' annuncio missionario della salvezza.  È d' obbligo questa domanda: "Quando finirà?".

Risponde direttamente Gesù: " ....Io sono con voi fino alla fine del mondo, cioè fino a quando la storia non avrà fine e Cristo non tornerà nella gloria per il giudizio definitivo; allora vi sarà il "Tempo della Chiesa", perchè fino ad  allora avrà luogo l' evangelizzazione. Possiamo quindi dire che esso è il "tempo" che riguarda anche noi, perchè la Chiesa lo fa attraverso tutti i mezzi e, nell'era moderna, anche con i mass-media che sono in perfetta armonia per raggiungere i fedeli in ogni angolo della terra. Quindi non solo i successori degli apostoli (Papa e  Vescovi), ma anche noi facciamo parte della Nuova Evangelizzazione, perchè è vero, infatti, che tutti sentiamo il dovere di adempiere il mandato cristiano di evangelizzazione, attraverso le varie metodologie, i mezzi e soprattutto le impostazioni adeguate al mondo che cambia.

La Chiesa è sempre in cammino, perchè non è statica e non è mai stata tale, se si pensa a quali radicali cambiamenti è andata incontro in oltre duemila anni di storia.

Ma l'esempio viene da noi con l' esemplarità della vita che uno conduce, ed è con la fedele testimonianza che si realizza il primo annuncio della Risurrezione, che è apportatrice della gioia del Cristo Risorto.

La gioia interiore è la prima e fondamentale caratteristica della vita cristiana che rende, davvero, l' idea che Cristo è risuscitato (altrimenti che gioia sarebbe!).

Madre Teresa di Calcutta diceva: "un cuore gioioso è come un cuore che brucia d' amore".

Beati non sono, quindi,  coloro che non conoscono nei loro cuori il Cristo Risorto. Se non lo conoscono non sono figli di Dio. Noi che lo siamo ci affidiamo alle parole di San Tommaso che racchiudono tutta la nostra fede di cristiani: "Mio Signore e mio Dio".  Non c'è davvero da aggiungere altro.
 

Meditazioni: «Un cuore gioioso è come un cuore che brucia d' amore»,  Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica 3 Aprile 2005  -  Seconda dopo Pasqua