Meditazioni

Di questo pane ci nutriamo per diventare testimoni autentici del Vangelo
 

 

di Vincenzo La Gamba


C'e un nesso significativo nelle tre letture odierne, ovvero l'immagine dell'Eucarestia.

Dalla sintesi tematica si desume che il pane ed il vino offerto da Melchisedek (1.a Lettura tratta dalla Genesi) ed i pani moltiplicati da Gesù per la folla (Vangelo di Luca) sono immagine dell'Eucarestia, la cui celebrazione nella comunità cristiana é memoriale ed annuncio della morte e Risurrezione del Signore, come impegno e solidarietà nel dividere il pane, la vita e l'amore (Seconda Lettura  dalla lettera ai Corinzi).

Nella Santa Eucarestia é realmente presente Cristo: nel pane e nel vino consacrati rimane con noi lo stesso Gesù dei Vangeli. Ancora: nel Suo Corpo e nel Suo Sangue si manifesta il "volto invisibile di Nostro Signore Gesù Cristo".  É il sacerdote che in quattro gesti simbolici celebra il mistero Pasquale ritornando a quel "Giovedì Santo", in cui il Figlio di Dio celebrò la Sua ultima Pasqua con i discepoli, compimento della cena pasquale ebraica ed inaugurazione del rito eucaristico. Il prete prende prima il pane, lo benedice, lo spezza e lo distribuisce e ci ricorda di farlo in Sua memoria. "Di questo pane - ha scritto Giovanni Paolo II -  ci nutriamo per diventare testimoni autentici del Vangelo. Di questo pane abbiamo bisogno per crescere nell'amore, condizione necessaria per riconoscere il volto di Cristo".  Poi il sacerdote prende il vino, che benedice e distribuisce per farci ricordare il sacrificio sulla croce: "fate questo in memoria di me".

Tutto é un memoriale quindi. Tutto é memoria perché nessuno si dimentichi del sacrificio che Egli ha fatto per noi.  Più si ripete,  più la memoria sarà perpetuata nei secoli, perché Gesù é con noi, cammina con noi nei tempi, sostenendo le nostre speranze. Ecco perché l'Eucarestia costituisce il cuore del cammino spirituale escatologico, un cammino che inizia nell'Eden, quando, a seguito del peccato di Adamo, Dio interviene per orientare la storia verso la venuta del secondo "Adamo".

Un cammino che non conosce fermate, se non quelle di riflessione, di meditazione su questo mistero Pasquale, che é al centro della nostra esistenza.  "Occorre - ha detto più volte Karol Wojtila - continuare a camminare ripartendo sempre da Cristo, cioé dall’"Eucarestia", per intraprendere la giusta via con generosità e coraggio, ricercando la comunione all'interno della nostra comunità ecclesiale, dedicandoci con amore al servizio umile e disinteressato verso tutti, soprattutto i deboli, i bisognosi ed i più poveri".

Mettersi al fianco di quelli che hanno bisogno del pane quotidiano vuol dire impegnarci perché diventi realtà intorno a noi tutto quello che il termine "pane" racchiude:  cibo, casa, famiglia, lavoro, cultura, libertà, religione e soprattutto pace nei cuori degli uomini. Non dobbiamo nutrirci di qualsiasi tipo di pane, ma di "quel pane" che porta alla salvezza e che aiuta la nostra spiritualità, per cui é ancora più grande il segno d'amore che Gesù ci ha dato attraverso il Suo Corpo se paragonato alla sofferenza corporea che Egli ha dovuto subire per la redenzione dei nostri peccati.

Fondamentalmente la nostra "memoria" di Gesù non sarà fedele se ricorderemo solo la Sua morte e ripeteremo i gesti e le parole del Signore nell'ultima Cena, ma dovremmo dal ricordo passare alla lezione del Suo esempio, che é l'amore e la solidarietà; dall'offerta liturgica alla riconciliazione con i nostri fratelli e sorelle in Cristo. In breve si deve passare dal Mistero Pasquale alla vita, ed attraverso la comunione eucaristica dobbiamo arrivare alla comunione dell'esistenza. Ce lo rammenta pure il Concilio Vaticano II  nella costituzione pastorale "Gaudium et spes" (Gioia e speranza), secondo cui "le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini di oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze ed angosce dei discepoli di Cristo".

Se Gesù vuole abitare con noi: possiamo dirGli di no? Oggi, festa del Corpus Domini (la Chiesa lo celebrava di Giovedì come il Giovedì dell'Ultima cena, ma in tanti angoli del mondo la festa solenne é stata posticipata alla domenica) riceviamo  Gesù nascosto nei  nostri cuori, ma, se siamo veramente Suoi Apostoli di pace e di bene, é tutti i giorni che Gli dobbiamo fare posto nelle nostre comunità e parrocchie, aperte alla comunione ecclesiale, all'amore e alla solidarietà con i fratelli. 
 

 

Meditazioni: «Di questo pane ci nutriamo per diventare testimoni autentici del Vangelo»,  di Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica 13 Giugno 2004 - Corpus Domini