Meditazioni

Beati quelli che pur non avendo visto, crederanno
 

 

di Vincenzo La Gamba



Quante volte abbiamo esclamato così: "Signore Mio, Dio Mio!", per qualcosa che si è verificata nel bene e nel male, quasi a giustificare ingenuamente un'espressione di meraviglia o di dolore.

Inconsciamente ci rendiamo conto che questa espressione rafforza qualcosa che ci porta come una traiettoria diretta a Lui, al nostro Dio, a cui ci rivolgiamo sempre e comunque nei momenti di bisogno, di sconforto, di grande meraviglia.

La stessa meraviglia che è capitata a Tommaso, detto Didimo, uno dei discepoli di Gesù Cristo, a cui noi ci riferiamo sempre quando nel dubbio o nell'incredulità "vogliamo toccare con mano" la situazione. Diciamo infatti: "Sono come San Tommaso; se non vedo, non credo".

Agli altri undici Apostoli, Gesù apparve, dopo otto giorni dalla Sua Risurrezione, dicendo: "Pace a voi!  Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi".

Dopo avere detto questo, alitò su di loro e disse: "Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi".

Gli Undici gioirono al vedere il Signore, che mostrò loro le mani ed il costato.

Il brano evangelico odierno è frutto del miracolo dei miracoli: la Risurrezione di Gesù Cristo, che si presenta loro per rincuorarli; loro che erano ancora increduli che un simile miracolo potesse avvenire. Per di più era a loro inspiegabile, visto che dopo la Sua Morte Gesù  "è scomparso" dalla Terra, senza nessuna traccia di sè.

Difficile spiegare "la parola di Dio" agli altri, se proprio i Discepoli  erano increduli.

I nostri testimoni sono stati loro. Hanno visto e narrato nel Vangelo che Gesù è apparso loro e mostrò loro le ferite nelle mani e nel costato.

Ancora è inspiegabile come è avvenuta la Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo.

Non nasce proprio da questo mistero la nostra Chiesa, basata sulla fede del credente, che non deve "vedere" per credere, ma deve credere pur non vedendo esteriormente Dio? Infatti Gesù dice a Tommaso: "Beati quelli che pur non avendo visto, crederanno”.

Ecco perchè San Tommaso esclama: "Mio Signore e Mio Dio!", come per dire "Perdonami Signore, perchè non credevo tu fossi il mio Dio!  Adesso credo!"

Tommaso ha creduto perchè mise realmente  il suo dito sulle mani e sul costato di Gesù, apparso nelle Sue sembianze divine otto giorni dopo la Sua Risurrezione.

Non cambia molto al tempo d'oggi. Quanto successe a Tommaso oltre due mila anni fa, succede oggi, quando facciamo confusione sulla nostra fede. La Risurrezione, per chi non la sappia spiegare agli altri, appartenenti ad altre religioni, si accetta non come dato storico, ma come un atto di fede.

Nessuno potrà mai spiegare nei dettagli e nei vari procedimenti COME essa sia avvenuta. Importante è basare la nostra fede sul fatto che essa È avvenuta. Si tratta di un mistero che effettivamente trascende la ragione. Ma come afferma San Paolo, ciò che è umanamente ritenuto inconcepibile è perchè Gesù è venuto in terra "per confondere i sapienti", manifestando di prediligere la sapienza divina alla fallace scienza umana.

Quanti Tommaso esistono intorno a noi? Siamo noi stessi dei Tommaso?

Siamo noi vittime di quella mentalità empirica per la quale è vero solo ciò che si sperimenta al tatto? Siamo noi vittime di quella mentalità per la quale la nostra debolezza ci ostina fino a non voler credere senza convinzioni?

Il Vangelo è nato come la notizia della Risurrezione a cui sono state poi aggiunte altre notizie riguardanti la Passione di Gesù, e su quanto accaduto prima.

Leggere il Vangelo e capirlo significa lasciarsi coinvolgere in modo da "sconvolgere" la nostra vita.

Leggere il Vangelo e non capire il mistero o i misteri che fanno parte della nostra religione non significa che è la ragione la fonte della nostra esistenza, ma la fede in Dio, che non accetta incredulità anche quando non  si "vede" Dio, perchè Egli  esiste in noi.

Questo è il vero mistero che ci lega a Dio: È Lui in noi, non noi in Lui.
 

 

Meditazioni: «Beati quelli che pur non avendo visto, crederanno»,  di Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica 18 Aprile 2004 -  Seconda dopo Pasqua