Meditazioni

”Davvero Costui era il Figlio di Dio!"
 

 

di Vincenzo La Gamba


Chi ha visto il film "La Passione di Cristo" di Mel Gibson, avrà un'idea grafica di come abbia sofferto Gesù prima e dopo la Crocifissione. Le ultime 12 ore, più che essere raccontate sono trasmesse dallo schermo al credente in una maniera violenta ma veritiera, angosciosa ma commovente, triste ed ingiusta nello stesso tempo.
L'odierna Liturgia coinvolge quello che Mel Gibson ha riportato sullo schermo (solo che Egli ha guadagnato milioni di dollari, mentre io spero che la Chiesa ne guadagni nel conto finale dei credenti e dei convertiti, colpiti graficamente dal sacrificio di Gesù in Croce). É una delle Liturgie che coinvolge una delle più drammatiche pagine della nostra religione, che senza la Passione e Morte di Nostro Signore Gesù Cristo, non  sarebbe avvenuta la Sua Risurrezione, su cui é  esclusivamente fondata tutta la nostra religione cattolica.

Nella domenica di Passione riscontriamo la conflittualità, il tradimento di Pietro, la trasudazione, la preghiera, la blasfemità, la rinnegazione, l'abbandono, l'impiccagione di Giuda Iscariota, il Cireneo, i due ladroni, la derisione, la malvagità, la violenza ed in ultimo la Crocifissione, seguita dalla morte di Gesù Cristo.

Solo allora il centurione romano esclama: "Davvero Costui era il Figlio di Dio!".

Tardi, troppo tardi per riconoscere il Figlio di Dio, nato e morto per la redenzione dei nostri peccati.

Gesù ha sofferto e tanto. Gesù é stato condannato perché la calunnia e la falsità del genere umano hanno preso il sopravvento.

Come si può giustiziare un giusto? Come si può condannare qualcuno che non ha commesso nessuno reato se non quello di proclamarsi Messia, ma che agli occhi degli ebrei era un uomo qualunque. Anzi il fatto stesso di essere il Messia ha procurato al figlio di Dio tanti fastidi.

Può la legge condannare un uomo innocente? Bisogna puntualizzare che Pilato si é lavato le mani una volta che la folla ha deciso di crocifiggere Colui che era il figlio di Dio. Ma la legge é legge e deve essere applicata. La legge divina comunque non ha niente a che fare con la legge terrena.

Il gesto di Ponzio Pilato di lavarsi le mani non é altro che una chiara partecipazione al peccato. Si sa di non dover peccare, ma lo si fa perché  non si può fare a meno di farlo.

Quante volte abbiamo incontrato gente come Ponzio Pilato che si é lavato le mani?

Quanto volte siamo stati traditi dai nostri amici cosi come Giuda Iscariota ha tradito Gesù?

Quanti di noi agiscono come Ponzio Pilato e Giuda? 

Il governatore romano rappresenta la superficialità umana, mentre Giuda incarna il male e la negatività assoluta, tanto che Gesù sentenzia prima della Sua morte che: "sarebbe meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!"  (Matteo 26: 24).

Parole pesanti come macigni. Per non parlare di Pietro, il fido Pietro, al quale Gesù disse: "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherai la mia Chiesa".  Ma la fedeltà di Pietro a Gesù é caduta di schianto nei tre momenti in cui ha rinnegato Gesù, il Messia, per il quale poi é stato martirizzato.

Ecco perché lo scenario della Passione é un susseguirsi di personaggi misteriosi, il cui thrill finale é la morte di Colui che non doveva morire, ma che attraverso la morte e la Sua Risurrezione ci ha dato la possibilità di fondare la nostra religione cattolica.

Questi tre sono personaggi che hanno abbandonato, tradito, rinnegato Cristo, in cui noi ci identifichiamo meglio perché come loro abbandoniamo, tradiamo e rinneghiamo Cristo nella nostra quotidianità.

Gesù ha sofferto e soffre per la nostra indolenza, incuranza e negligenza.

La visione grafica del film "La Passione" focalizza meglio la violenza, i maltrattamenti, le ingiurie che Egli ha subito lungo la via Dolorosa prima di essere Crocifisso. Non ci rendiamo però conto che é morto per i nostri peccati e noi non facciamo altro che peccare come se il Suo sacrificio non é valso a nulla!

Ecco perché questa domenica di Passione di Gesù é il punto di partenza della grande settimana della fede cristiana. Data la sua importanza, non possiamo banalizzarla, tantomeno sprecarla dal punto di vista religioso.
Riflettiamo sul vero significato della Passione di Gesù Cristo, la cui lettura, passo per passo, ci impone il silenzio totale per viverla e meditare nella fede e nell' amore.

 

 

Meditazioni: «Davvero Costui era il Figlio di Dio!»,  di Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, 4 Aprile 2004 -  Domenica delle Palme