Meditazioni

"Maestro... é bello stare qui..."
 

 
di Vincenzo La Gamba


Quello odierno é il Vangelo della Trasfigurazione di Gesù, uno dei più significativi del Nuovo Testamento.
C'é la frase di Pietro (assieme a Gesù, Giovanni e Giacomo salì sul monte Tabor a pregare), che mi ha sempre affascinato: "Maestro... é bello stare qui..."

Come l'Apostolo Pietro noi, con riferimento all'odierno Vangelo di Luca, non sappiamo ciò che stiamo dicendo quando svincoliamo il rito dell'impegno, quando stacchiamo l'azione dalla preghiera, quando la "nuvola", il diverso, il nuovo ci danno paura.

Gerusalemme.... cammino difficile che, per i volti non ancora "trasfigurati", preannuncia solo il grigiore di un finale crudele, quella della crocifissione di Gesù.

Nel suo profondo senso teologico la Trasfigurazione é alla pari dell'Incarnazione e della Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo, cioé un rapporto umano-divino o viceversa, che più delle volte ha confuso e messo in soggezione tutti gli Apostoli, i quali si domandavano: ma con Chi abbiamo, veramente, da fare?

Andiamo con ordine. 

* Gli Apostoli salgono sul monte Tabor.  Gesù, mentre prega, "trasforma" il Suo volto, "trasfigurandolo", assumendo sembianze di luce Divina, non più umana quindi.

- Riflessione: "É necessario  per noi salire sul monte di Dio e pregare? Certamente. L'ascesa alla montagna richiede sforzo, tenacia, costanza.  Solo così, da lassù, la nostra "visione" supererà i limiti di un orizzonte piatto.

* Gesù, sulla montagna Tabor, smette di pregare nel momento in cui "parla" con Mosé ed Elia (entrambi personaggi del Vecchio Testamento; il primo rappresenta la Legge; il secondo é uno degli eccelsi profeti).

- Riflessione: Gesù parla della Sua dipartita, della Sua morte prossima. Vede già profilarsi un altro monte, il monte della Croce. La Sua morte é drammaticamente necessaria per svelare al mondo il vero volto di Dio. Che mistero!

Dio stesso é chiamato ad avere fede; Dio stesso ha bisogno di essere rassicurato ed incoraggiato. Nel Vangelo odierno echeggia grido del Padre: "AscoltateLo, perché Egli é il Mio Figlio prediletto".  E’ l'atteggiamento per continuare questo cammino del deserto ed arrivare sani e salvi sul monte Tabor.

* Siamo mai saliti sul Monte Tabor nell'esperienza della nostra fede?

- Riflessione:  Siamo solo saliti se Dio ci fa salire per assistere alla Sua gloria,  che,  a  volte é un momento di preghiera che ci coinvolge, una messa in cui siamo stati toccati dentro; una predica che ci ha scosso spiritualmente. Sono gli attimi in cui sentiamo l'immenso mentre il sentimento diventa ambiguo: l'immenso é talmente grande da averne paura, talmente infinito tale da poter essere schiacciati.

Questa, in verità, é stata la vera paura di Pietro e gli altri due Apostoli Giovanni e Giacomo, andati sul Monte Tabor a pregare con Gesù.  Se il l'immenso é grande ed infinito, tale é il sentimento nella bellezza di Dio.

Pietro lo sa: "É bello per noi stare qui... "Finché  noi non giungeremo a credere per la bellezza che ci avvolge, ci mancherà sempre un tassello della fede cristiana.

Non é questa la fragilità della nostra fede? Non é forse questa la ragione di tanta tiepidezza della nostra comunità? Non abbiamo forse smarrito la bellezza nel raccontare la fede per la quale tutto s'incentra nella Risurrezione di Gesù? Per alcuni non credere in Dio é  "chic", quasi paragonabile ad uno stile di vita. Ma quale vita?

Il Vangelo di oggi ci dice, al contrario, che credere può essere splendido! Varrebbe la pena recuperare dentro di noi quel senso dello stupore, quell'ascolto dell'interiorità che ci porta in alto, sul monte Tabor,  a fissare lo sguardo di Gesù.

Tabor segna, incide, il cuore degli Apostoli ed il nostro.

La Trasfigurazione, momento in cui Gesù svela il Suo mistero, accecando di luce divina gli stessi Apostoli, (che faticano a descriverla)  é la meta a cui siamo chiamati in questo cammino di Quaresima: é là che siamo diretti. Il deserto che abbiamo iniziato a percorrere per ritrovare la lucidità mentale è verità; i gesti, come la preghiera, digiuno ed elemosina, che stiamo compiendo per rafforzare la nostra spiritualità, arrivano lì: al Tabor.

* Riflessione finale: no, non c'é salvezza nella Croce se non dopo la Risurrezione!
 

 

Meditazioni: «Maestro... é bello stare qui...»,  di Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica 7 Marzo 2004 -  Seconda Domenica di Quaresima