Meditazioni

”Se qualcuno vuol venire dietro me, prenda la sua croce e mi segua ..."
 

 
di Vincenzo La Gamba



Nel Vangelo odierno ci sono frasi che conosciamo a memoria e chissà quante volte le abbiamo quotate in un discorso di fede:  "... Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua......"
Come per dire se noi vogliamo seguire Gesù dobbiamo prendere la nostra croce nelle comuni tribolazioni della vita, la croce della sofferenza fisica, la croce della nostra quotidianità.

Di croci non si può fare a meno. Tutti ne abbiamo. Chi con il pesante fardello. Chi con il leggero peso della croce. Ma non è poi la Croce il simbolo della nostra Cristianità ?

Non è poi la Croce il simbolo della sofferenza che Gesù ha subito per i nostri peccati?

Nella Croce c'è pure il senso della speranza: Cristo appartiene all'intera umanità ed è considerato il prototipo dell'umanità rinnovata.

La speranza è che tutti dovremmo essere "imitatori" di Cristo, poichè Egli non ha mai proposto nè comandato qualcosa che Egli stesso non avesse fatto per primo.

Ma ci ha insegnato per primo che possiamo meritare il Regno di Dio.

Ma come? Con il Suo esempio, praticando tutto quello che si richiede ai noi cristiani, perchè Egli è stato il primo a fare la scelta radicale del Regno di Dio, concretizzata nel Suo distacco e povertà totale, nel Suo amore per tutta l'umanità, specialmente per il più indifeso, povero, malato, ma soprattutto nel Suo atteggiamento di perdono e di riconciliazione.

Egli ci ha preceduti nel dare la vita per guadagnarla.

Nel Vangelo odierno Gesù esorta: "Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa Mia e del Vangelo, la salverà".

Per capire meglio il significato di queste parole bisogna sottolineare che Gesù non dice che si tratta di rinunciare a vivere questa vita per ottenerne un'altra, nè disprezzare i valori umani e materiali per possedere i beni spirituali.

L'alternativa, cioè,  non è questa o l'altra vita, ma questa vita subordinata ed orientata all'altra.

In sostanza fare il contrario porta al fallimento annunciato da Gesù perchè ponendo in disparte il Vangelo, cioè l' amore per Dio e per il prossimo,  porta alla rovina.

C'è un'ascesi liberatrice che Gesù propone ed un'ascesi punitiva che il Signore non patrocina.

Poichè il dolore non ha significato per lo stesso dolore è dunque un male. Come tale Dio non lo vuole, perchè Dio non è un Dio crudele. Infatti Dio padre non si è compiaciuto del fatto che ha fatto soffrire sulla Croce Suo Figlio, ma si è compiaciuto dell'amore di Suo Figlio per la salvezza dell'uomo, perchè Dio non ama il dolore e la morte, ma la vita.

L'obiettivo di un'ascesi liberatrice non consiste tanto nel liberarsi  da vincoli, quanto nell'essere liberi per il bene e per amare.

La capacità di amare è la misura della libertà in senso lato, ma soprattutto l'indice di questa non è altro che la capacità di dimenticare sè stessi, cioè la capacità di ascesi Evangelica.

È quello che ci propone oggi Gesù per ottenere la Vita, che è Lui stesso.
 

 

Meditazioni: «Se qualcuno vuol venire dietro me, prenda la sua croce e mi segua ...»,  di Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica 14 Settembre 2003 - XXIV.ma Tempo Ordinario