Meditazioni

“Signore,
Tu solo hai parole di vita eterna”

 

 

di Vincenzo La Gamba



Con il Vangelo odierno si conclude il capitolo sesto di San Giovanni, che abbiamo letto a partire dalla diciassettesima domenica di tempo ordinario. Nel testo di oggi vengono descritte due reazioni contrapposte ai discorsi di Gesù riguardanti il pane della vita, che è la Sua stessa carne.

Una è positiva, l'altra è negativa. Spieghiamo il perchè. Se prima erano stati i giudei a criticare Gesù perchè aveva detto di essere il "pane disceso dal Cielo" e che avrebbe dato loro da mangiare la Sua stessa carne, adesso sono perfino molti Suoi discepoli che concludono delusi: "Questo linguaggio è duro; chi può comprenderlo?".

Badate che ad un certo punto i discepoli di Gesù, che non erano certamente gente istruita, avevano difficoltà a comprenderLo, così come avviene, a volte, con noi che non sappiamo dare una spiegazione al Vangelo, a meno che non c'è qualcuno che lo spieghi, in termini pratici più che teologici.

Stava succedendo che alcuni dei discepoli erano sul punto di abbandonare il loro Maestro!
Ma prima Gesù dice loro: "Questo vi scandalizza?  E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dove era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla".

Chiariamo la parola carne. Qui non significa la Sua carne Eucaristica, ma la natura umana, la condizione naturale dell'uomo, che non è capace di dare la vita eterna. E Gesù torna a ripetere la causa che spiega la fede o l'incredulità: "Per questo vi ho detto che nessuno può venire a Me, se non gli è concesso dal Padre Mio".

Parliamo adesso della reazione positiva, cioè la fede. Essa è incardinata nella decisione unanime del gruppo degli Apostoli, a nome dei quali parla l'Apostolo Pietro in questi termini : "Signore, da chi andremo?  Tu hai parole di vita eterna;  noi abbiamo creduto e conosciuto che Tu sei il Santo di Dio".

È facile constatare che tutti noi cerchiamo nella vita qualcosa che ci soddisfi o perlomeno vogliamo fare cose che ci rendono (apparentemente) felici e contenti.

Chiamiamoli hobbies, in termini moderni, rendendoci conto che essi ci riempiono di significato la nostra vita. Abbiamo incominciato da ragazzi; abbiamo continuato da adulti; stiamo facendo la stessa cosa da "meno giovani".  Il discorso non cambia.

Essere realizzate come persone  è proprio il massimo.

Ma quante persone, invece. sono sottoposte a tensioni interne ed esterne che spesso provocano crisi di personalità!

Queste persone "dove andranno?". Dai psicologi, dai sacerdoti, dagli psichiatri per manifestare loro le proprie insoddisfazioni esistenziali, la loro inquietudine religiosa, la depressione, lo stress, la nevrosi?

Sicuramente. Presto o tardi ci renderemo conto che c'è una persona che risolve i nostri problemi e salva veramente chi vuole essere salvato: Gesù Cristo.

Lui e solo Lui è la risposta alle nostre angosce ed inquietudini.

Prendiamo esempio da Pietro: "Signore, da chi andremo?  Tu solo hai parole di vita eterna.  Noi crediamo in Te e sappiamo che sei il Figlio di Dio". 

Questa affermazione deve essere come la bussola del Vangelo, cioè seguire Gesù sempre e secondo i Suoi insegnamenti, anche e soprattutto nei momenti di scoraggiamento.  Certo è che la nostra fede non si acquista nei negozi pagando qualcosa a qualcuno.  Non dobbiamo nemmeno pagare Gesù, se Egli ci aiuta, se non con opere buone.

Ma paghiamo i dottori, gli psichiatri e gli psicologi per le nostre malattie mentali.

Abbandonandoci in Cristo è ragione e scelta di vita, quella spirituale soprattutto, per la quale il Signore ci fornisce parole di vita eterna, l'unica alternativa ad una vita miserabile e conflittuale.
 

 

Meditazioni: «Signore, Tu solo hai parole di vita eterna»,  di Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica 24 Agosto 2003 - XXI.ma Tempo Ordinario