Meditazioni

“Tu sei Pietro e su questa Pietra edificherai la mia Chiesa….”
 

 
di Vincenzo La Gamba


Pietro e Paolo, ovvero le due colonne portanti della Chiesa sin dal suo inizio.  Due Apostoli che hanno rivoluzionato la Chiesa, istituendola come fondamento della tradizione apostolica delle fede cristiana.
Due Apostoli diversi nello stile ma accomunati dalla stessa vocazione missionaria.

Pietro e Paolo. Uno Apostolo dei Giudei; l' altro Apostolo dei gentili o pagani.

Originariamente il primo fu un semplice pescatore della Galilea; il secondo, un dotto fariseo di Tarso.
Entrambi di matrice giudea.  Entrambi focosi, appassionati e di forte personalità, ma una volta toccati dall'amore di Cristo, hanno perfino dato la loro vita, imitando così il loro Maestro, divenendo martiri della fede.

Infatti Pietro e Paolo morirono martoriati rispettivamente nell'anno 64 e nell'anno 67 d.C.

Nel Prefazio si legge: "Con diversi doni, hanno edificato l'unica Chiesa".  Oggi il termine Chiesa è più vasto non solo nella sua universalità, come concetto. La Chiesa siamo noi credenti, noi la componiamo, noi  ne siamo i seguaci.

Per comprenderla meglio ricorriamo a "Lumen Gentium", che altro non è che la costituzione dogmatica del Concilio Vaticano II, che tutti ricordiamo come uno dei più proficui Concili organizzati dalla Chiesa.

Lo stesso Concilio  Vaticano II optò per una Teologia che spiega la Chiesa nel modello orizzontale invece di quello verticale, che predominò nella storia della Chiesa dell'alto Medioevo, secondo cui la Chiesa era intesa come società di "disuguali", cioè clerici e laici,  ma costituita a partire dalla gerarchia e regolata internamente sulla categoria del potere spirituale.

La "Lumen Gentium" cambiò radicalmente il modello in senso orizzontale, nel quale noi tutti ci identifichiamo come "popolo di Dio" e non nella sua gerarchia. Per arrivare a questo punto è stato necessario un lungo itinerario storico che possiamo delineare in poche righe.

Il modello orizzontale è quello patrocinato dall'ecclesiologia attuale.  È, in sostanza, il modello che spiega la Chiesa alla luce della Comunione, cioè la Chiesa è una "Comunità" di fratelli e sorelle "uguali" (senza nessun tipo di disparità), anche se con molti e diversi servizi e carismi e nel caso specifico il carisma dei pastori: presiedere l'assemblea dell'unità ed animarla nella carità.

Ritornando all’odierna solennità, annotiamo pure che la prima e la terza lettura si riferiscono all'Apostolo Pietro, mentre la seconda all'Apostolo Paolo. Il Vangelo odierno "unisce" la professione di fede ed il primato di Pietro: "Tu sei Pietro e su questa Pietra edificherai la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del Regno dei Cieli e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei Cieli; e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei Cieli" (Mt 16, 13-19).

Gesù affidò il primato a Pietro, ad un uomo quindi qui sulla terra. Ma questa missione di "portinaio del Regno" sarà esercitata tanto meglio quanto più il "portinaio" terrà sempre presente che il suo è ministero d'amore.  Nel caso specifico ai sacerdoti, vescovi, cardinali e diaconi si richiede un  "servizio di amore e di carità". 

Oggi Pietro è rappresentato dalla figura del Papa, a cui sono state affidate queste chiavi che lo rendono il  "portinaio" qui in terra.

Questo Papa, Giovanni Paolo II, usa il Rosario come la "chiave che apre le porte del Paradiso",  tanto che ha istituito un Mistero del Rosario  ex novo,  cioè quello della "Luce", in cui Egli ha identificato la via per essere imitatori di Cristo.

Per esaltare l'umiltà di Paolo (il giudeo a cui capitò la drammatica conversione del cuore lungo il viaggio a Damasco), leggiamo dalla seconda lettura, prima del suo martirio: "Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede...  Il Signore mi libererà da ogni male e mi salverà per il Suo Regno eterno; a Lui la gloria nei secoli. Amen".

La lotta a cui si riferisce Paolo è anche la nostra: il Vangelo la esige da noi per difenderci dal male. Ma come?

Con impegno, amore e carità totale, sino alla fine.

Paolo, al termine della sua vita, è colmo di speranza e di ottimismo, perché ha la coscienza di essersi impegnato in un "combattimento" legittimo. Non è stato un combattimento vano, anche se a Paolo  è costato il martirio. I  veri discepoli di Cristo sono, in verità, questi.

Trovata la via, bisogna percorrerla nei sentieri della libertà ed amore per Cristo  con Cristo ed in Cristo, il quale sa che il nostro premio finale non è un trofeo d'oro, ma il Regno dei  giusti e degli eletti, che vale più dell' oro, dell'oro fino.
 

 

Meditazioni: «Tu sei Pietro e su questa Pietra edificherai la mia Chiesa …»,  di Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica 29 giugno 2003 - Santi Pietro e Paolo Apostoli