Meditazioni

Bisogna obbedire a Dio prima
che agli uomini

 

 
di Vincenzo La Gamba



Nella prima lettura, tratta dagli Atti degli Apostoli, leggiamo che Pietro, capo indiscusso della Chiesa, consulta tutti i membri della comunità (il numero delle persone radunate era centoventi, così come riportato dagli Atti)  per la scelta del successore di Giuda Iscariota. Tutti insieme dopo avere pregato, si sottomettono alle indicazioni della volontà di Dio e scelgono Mattia, che fu associato agli undici Apostoli.

Questo per farci ricordare che la volontà di Dio è la suprema regola della vita della Chiesa tanto nei Suoi fedeli come nei Suoi pastori.

Nella seconda Lettura, tratta dalla prima lettera di Giovanni, notiamo il punto cruciale dell'amore: "Se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri". Di questo è capace solo chi sperimenta la nuova vita pasquale che Dio ci regala in Gesù per mezzo dello Spirito.

L'amore è, quindi, la testimonianza pasquale che porta al segno della primavera della fede, che sboccia nella stagione della Risurrezione, stagione perpetua (o, meglio, che dovrebbe essere tale ) della nostra vita cristiana.

La seconda lettura ci porta direttamente al Vangelo di oggi che comprende la seconda sezione della "preghiera sacerdotale" di Gesù, che intercede per i Suoi amici davanti al Padre prima di salire al Cielo.  Gesù aveva già promesso loro lo Spirito di verità, che sarebbe stato la Sua perenne presenza tra di loro.  Adesso chiede al Padre di "consacrare i Discepoli della verità della Sua parola".
Che cos'è lo Spirito Santo se non lo Spirito che, effondendosi man mano che ci avviciniamo al giorno della Pentecoste, ha fatto consacrare al mondo gli Apostoli nella verità?

Questa consacrazione dà al credente accesso alla Santità di Dio, completa di Gesù glorificato.
Sono molteplici le condizioni per raggiungere questo traguardo ma come comune denominatore c'è sempre l'amore come antitesi dell'odio. Dice Gesù, pregando il Padre e riferendosi ai Suoi discepoli: "Padre Santo, custodisci nel Tuo nome coloro che mi hai dato.... nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perchè si adempisse la Scrittura. Io ho dato loro la Tua parola ed il mondo li ha odiati perchè essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non chiedo che Tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno".

È una vibrante preghiera, questa di Gesù, attraverso  la quale si comprende che il cristiano deve vivere "nel mondo" senza essere "del mondo", cioè senza accettarne i principi, la scala dei valori e lo stile di vita.  Solo chi non è del mondo può essere utile al mondo, come testimone d'una vita migliore che il mondo non ha.

Quindi la parola di Dio, celebrata nell'Eucarestia" consacra il credente nella verità".  Gesù d'altronde, si consacrò nella verità con la Passione, affinchè i Suoi discepoli fossero fortificati nel compito di essere testimoni di questa stessa verità.

C'è da rilevare che gli Apostoli di Gesù divennero fortificati nella fede dopo la Pentecoste e non prima della Sua Risurrezione, cioè durante il periodo di tirocinio, di cui non compresero chi veramente fosse il Nazareno.  Difatti erano timidi e timorosi fin quando arrivò il momento della prova proclamando apertamente davanti al Sinedrio: "Bisogna obbedire a Dio prima che agli uomini" (At 5, 29 ).

La comunità cristiana è portata quindi a mantenere sempre un atteggiamento di riconciliazione al servizio della verità e deve fare tutto questo sentendosi lieta di soffrire per gli ideali Evangelici, come gli Apostoli ed i Martiri di tutti i tempi.

Questa è la tangibile testimonianza dell'amore cristiano che vince l'odio del mondo.
 

 

Meditazioni: «Bisogna obbedire a Dio prima che agli uomini»,  di Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica 1 giugno 2003 - Settima  Domenica dopo Pasqua