Meditazioni

Senza Dio,
non costruiranno mai la pace

 

 
di Carlo Mellace


Nella Liturgia di questa domenica più che "dimostrare" Dio, Lo dobbiamo "mostrare".

Mentre la Chiesa primitiva, nella sua beata povertà, viveva intensamente la Risurrezione di Cristo, noi la predichiamo pochissimo. Anzi: crediamo poco nella Risurrezione. Come conseguenza,  abbiamo un'ampia esperienza di tristezza e di paura, di attaccamento egoistico alle cose materiali.

Possiamo capirci con un esempio. Quando nell'anno 107, Ignazio di Antiochia andava verso Roma, prigioniero e condannato a causa della sua fede, scrisse in una lettera, che ancora oggi resta un documento sublime di fede: "Ora comincio ad essere discepolo. Niente mi attiri, affinchè io sia di Cristo. Preferisco morire in Cristo Gesù, piuttosto che regnare da un capo all'altro della terra. Non impeditemi di vivere là io sarò uomo di Dio". Questa è una delle tante testimonianze della prima generazione cristiana.

Confrontiamo queste testimonianze con alcune interviste fatte a giovani od adulti di oggi: c'è un salto di qualità verso il basso. Oggi c'è vuoto, noia, stanchezza, senso di disgusto, banalizzazione di tutto, compresa la vita. Manca la Risurrezione di Cristo, come verità-chiave che illumina e dà senso a tutto.

Accostiamoci allora al Vangelo per lasciarlo parlare a ciascuno di noi: è Parola nata dalla fede di una comunità che vide, credette e perse la vita per la fede. È Parola scritta per volontà di Dio e consegnata a noi per farne tesoro.

Il racconto dell'apparizione del Risorto è preceduto da una presentazione del gruppo Apostolico. È la sera di Pasqua, ma per gli Apostoli non è Pasqua. Essi sono nel Cenacolo dove il ricordo di Gesù è ancora fresco e vivo, ma triste. Gli Apostoli sono uomini bloccati dalla paura e dalla delusione, perchè non hanno creduto nella novità di cui Dio è capace.

Quante volte anche noi viviamo cosi? Anzi, lasciamo morire così la nostra fede.  Questo triste Cenacolo è l'immagine di tanti cristiani per i quali la Pasqua non è ancora entrata nell'anima.

Gesù si presenta improvvisamente. Era una visita inattesa e quasi imprevista per loro: invece Lui è lì e dice: "Pace a voi!".

Dio viene per dare: invece  spesso noi pensiamo di dare qualcosa a Dio. Che cosa dona Dio?  Dona la pace.

Oggi si parla tanto di pace, anzi si chiacchera di pace con tutti questi venti di guerra che ci attanagliano. Molti non capiscono che la pace viene da Dio ed è frutto di un incontro con Dio. Ne sta dando un grande esempio il Nostro Papa Giovanni Paolo II, che non si stanca di costruire la pace e sconfiggere la guerra tra USA ed Irak. Non lo stanno dando gli uomini, che senza Dio, non costruiranno mai la pace.

Gesù fa vedere le mani ed il costato.  È un' esperienza cruda della verità della Risurrezione e nello stesso tempo un velato accenno al prezzo pagato dall'amore di Dio. Subito dopo, ecco le parole decisive del Risorto: "Come il Padre ha mandato me, così Io mando voi". (Gv 20, 21). Noi forse siamo portati a dire: Come o Signore, noi al posto Tuo?  Stai esagerando?  Noi siamo peccatori, egoisti, avari, maligni. Ma la Sua risposta continua ad essere: "IO mando voi. È l' ora vostra, l' ora della Chiesa. Non temete!. IO ho vinto il mondo!".

Si resta commossi dinanzi a questa fiducia di Cristo in noi, ma, nello stesso tempo, si avverte lo sgomento al pensiero che questa fiducia di Cristo in noi è una grossa responsabilità di cui ci sarà chiesto conto: a chi è stato dato di più, sarà richiesto di più. Gesù continua: "Ricevete lo Spirito Santo. A chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi". (Gv 20, 23).

Qui c' è la chiara coscienza di Cristo Risorto: Egli sapeva a chi consegnava il Vangelo. Sapeva pure che avremmo peccato, che avremmo dubitato, che avremmo tradito....  Sapeva tutto, perchè Dio conosce che cosa c' è nel cuore dell'uomo.

Allora in questo ordine: "Perdonate..." è delineato il volto della Chiesa in cammino. La Chiesa non sarà mai quaggiù una comunità di perfetti, non sarà una famiglia di soli Santi, ma sarà un luogo di perdono.

Tommaso non era presente all'incontro con Gesù Risorto. Gli Apostoli gli parlano di Gesù, gli raccontano di averLo visto, ma l'Apostolo Tommaso non crede alla loro parola. Quanta gente, guardando noi cristiani, non vede in noi una somiglianza con Cristo e rimanda la propria risposta di fede! Infatti Cristo non si annuncia a parole ma a fatti.
 

 

Meditazioni: «Senza Dio, non costruiranno mai la pace»,  di Carlo Mellace - America Oggi,  New York, Domenica 26 Aprile 2003 -  Seconda Domenica di Pasqua