Meditazioni

«Chiunque crede in Lui non morirà …  avrà vita eterna»
 

 
di Vincenzo La Gamba



"Dio ha mandato il Figlio perché il mondo si salvi per mezzo di Lui", dice  Giovanni nel Vangelo di oggi.

Chiariamo un punto importante. Gesù non venne nel mondo per condannare, ma per salvare, per cui la Chiesa deve essere considerata come un'istituzione, in cui c'è sempre una riserva di speranza.

Il Vangelo di oggi si snoda quindi in due parti.

La prima parte parla di Dio che offre vita e salvezza all'uomo: "Ha tanto amato il mondo da dare il Suo Figlio unigenito". Il fine è semplice: "Perchè chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la vita eterna".

Motivo e fine viene racchiuso nel 16.mo versetto, quello più importante del Vangelo, quello in cui si rileva che "Dio ama l' uomo".

La seconda parte invece riguarda l'uomo che risponde a Dio con la fede oppure con l'incredulità: "Chi non crede in Lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perchè non ha creduto nel nome dell' unigenito Figlio di Dio".

La fede o l'incredulità attuali contengono già un anticipo del giudizio definitivo di Dio: salvezza o condanna.

La fede è il criterio ultimo della vita e della salvezza complete, come si afferma nella prima conclusione del quarto Vangelo, scritto "perchè crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perchè, credendo, abbiate la vita nel Suo nome".

Dio mantiene la Sua offerta di vita e di salvezza anche quando l'uomo sceglie la via opposta, quella del peccato.
È vero, comunque, che la storia del peccato dell'uomo verso Dio è parallela a quella del perdono di Dio per l'uomo.

Peccato e perdono sono l'antitesi di loro stessi. Non c'è perdono se non c'è peccato e viceversa. Ci si può domandare: anche quando si commette un peccato mortale?  Anche quello, perchè Dio non può fare a meno di amare, perchè Egli è amore.

Se per esempio chi ci guarda, ci coccola, esprime amore verso di noi, non siamo anche noi felici di ricevere attenzioni? Certamente. Un amore tra due persone sboccia quando una delle due ama l’altra. Non è vero?
Dio per primo ci ama e ci amerà per sempre, perchè così è stato scritto da Giovanni: "Noi amiamo, perchè Egli ci ha amati per primo" (1 Giovanni, 4,19).

"Siamo infatti opera  Sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone che Dio ha predisposto perchè noi  le praticassimo".   Così conclude san Paolo nella seconda odierna lettura.

Le buone opere sono o dovrebbero essere la nostra risposta all'affetto di Dio. La nostra scelta della luce e della verità non è altro che una buona condotta conforme alla nostra condizione attraverso lo Spirito.

Oggi è sempre d'attualità la riflessione sull'antitesi carne-spirito, ossia la condotta dell'uomo peccatore e non redento ed il comportamento dell'uomo rinato per Dio attraverso il Suo amore manifestato in Cristo.

Le opere della carne sono quelle note da sempre: discordia, gelosia, fornicazione, impurità, idolatria, stregonerie, fazioni, divisioni, orge e cose del genere.  Chi le attualizza non erediterà il Regno di Dio.

Il frutto dello Spirito, quello che troviamo scritto nella lettera ai Galati (5,19 -22.25), ci indica che "se viviamo dello Spirito, camminiamo secondo lo Spirito" perchè tutto è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza e dominio di sè.

Se, per puro caso, il messaggio della Scrittura di questa domenica ci lasciasse indifferenti, freddi, distaccati dal senso profondo che in esso esiste, allora sarebbe il caso di segnalare un allarme spirituale. Perché saremmo incapaci di capire che Dio ci ama.
 

 

Meditazioni: «Chiunque crede in Lui non morirà …  avrà vita eterna»,  di Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica 30 Marzo 2003 - Quarta Domenica di Quaresima