Meditazioni

«Convertiamo i nostri cuori per vivere bene l'Avvento»
 

 
di Vincenzo La Gamba


Nell'odierno Vangelo di Marco e nella prima lettura si indica la strada che dobbiamo percorrere e nello stesso tempo preparare a Cristo.  Nella seconda lettura di San Pietro si proclama la promessa secondo cui "noi aspettiamo nuovi cieli ed una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia".

Riferendoci al brano Evangelico si nota pure che il pentimento dovrebbe sfociare in una profonda conversione personale, rendendo così possibile l'avvento di Gesù, che desidera formare una società più umana,  Egli che é divino.

Viene da pensare se l' Avvento di questo inizio annuale della liturgia secondo le scritture di San Marco sarà in grado di convertire i cuori delle genti, dando veramente vita ad una nuova condotta morale.

Ce n’è  veramente bisogno in questo mondo travagliato ed imperfetto?

Può l' amore di Dio renderlo meno imperfetto?

Dipende da noi. Non certo da chi predica, insegna e conduce sulla strada dell'amore, quella strada indicata nelle tre letture odierne, piene di speranze e non di ansie, di positività e di non negatività, di fiducia e non disperazione.

É questo dell' Avvento il momento più tenero e delicato. Soprattutto quello che sancisce la consapevolezza di Giovanni il Battista secondo cui il battesimo d'acqua che egli amministrava al popolo non era altro che un segno provvisorio.  Il nuovo segno é il  battesimo dello Spirito, lo stesso che verrà impartito dal Messia.

Secondo l'ammissione di Giovanni egli stesso non é nemmeno "degno di sciogliere i legacci dei Suoi sandali ".

Il Messia é, infatti, Colui che ci trasformerà interiormente più che esteriormente. Ci trasformerà, a Sua immagine, in figli di Dio e fratelli e sorelle in Lui attraverso il battesimo dello spirito, che altro non é che la nuova alleanza nel Suo sangue.

La domanda che ci assilla é questa: "Saremo noi capaci di subire la trasformazione, se proprio di trasformarci con il battesimo dello Spirito non ne vogliamo sapere?".

"Perché la maggioranza di noi si elegge ad essere imperfetto dentro e non fuori?"

La difficile proposta per un mondo meno violento, in cui la fame, il terrorismo, la discriminazione, l'ingiustizia sociale ed altri scottanti temi d'attualità, sarà senza frutto se prima non avverrà la nostra conversione personale.

Se dobbiamo seguire la strada del Signore meglio seguire quella diritta senza intoppi e curve pericolose.  È quello che basta per accettare a cuore aperto il nostro Salvatore?

Siamo abili ad indossare l'abito dell'umiltà per diventare uomini e donne nuovi per un mondo tutto nuovo?

Niente di veramente umano si può costruire negando il riferimento a Dio, Salvatore dell'uomo, e a Cristo, modello dell' uomo nuovo!

Il messaggio liturgico di questa domenica é inerente pure alla giustizia, intesa come mezzo importantissimo a regnare sovrana nella nostra società.

La giustizia é oggettiva e per essere tale si richiede flessibilità mentale e spirituale, oltre ad impegno e pazienza.

Il primo passo verso la giustizia é la partecipazione alle sofferenze delle vittime dell'ingiustizia. E l' elenco é lunghissimo in questo campo.

Il secondo passo é programmare il futuro a patto che miglioriamo il presente, proprio perché esso é il germe del futuro!

Riflettiamo dunque sul messaggio di Giovanni il Battista: Il Signore si sta avvicinando; sta arrivando.
Esultiamo! Ma soprattutto convertiamo a Lui i nostri cuori, che hanno bisogno di serenità, tranquillità e pace. Proprio come la festa del Natale che magicamente ci fa sentire buoni.  Ma perché non essere buoni sempre e non solo durante il periodo in cui esultiamo, aspettando il Salvatore?
 

 

Meditazioni: «Convertiamo i nostri cuori per vivere bene l'Avvento»,  di Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica 8 dicembre 2002  - Seconda di Avvento