Meditazioni

"Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma ..."
 

di Vincenzo La Gamba



É uno di quei Vangeli che contiene una profondità religiosa  sia  per il contenuto " messianico " ( nella prima parte ) sia per il linguaggio forte (perché di duro rimprovero) che Gesù  esprime verso Pietro, che prima  lo proclama "capo" e poi  lo definisce " Satana" : ........Lungi da me Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio ma secondo gli uomini ! .....


Il " messaggio messianico " consiste  nell' annuncio di Gesù circa la Sua passione, morte e Risurrezione.


L ' Apostolo  Pietro si "oppone" a questo messaggio perché  inconsciamente pensa ( ed é proprio così ) che Gesù non poteva e non doveva morire,  per poi risorgere e sconfiggere la morte.   Una legittima reazione la sua, come discepolo "capo",  il quale non afferra il significato del " messaggio" se non dopo la Risurrezione di Gesù, il miracolo dei miracoli.


Chiamando " Satana"  il suo seguace Pietro, Gesù vuole significare che, al giorno d'oggi , gli stessi responsabili della Chiesa Cattolica possono essere, a volte,  soggetti alla tentazione di risparmiarsi una punizione scendendo a patti che non sono consentiti dalla correttezza evangelica.


Fa testo il tradimento  già vecchio di 2000 anni fa da parte di Giuda,  che più di Pietro poteva essere il " Satana " della situazione, a cui si riferiva Gesù.  Ricordiamoci oggi come allora  che dei 12  Apostoli, solo Giuda é  " caduto " in tentazione.


Può accadere che oggi  quando qualcuno, appartenente al popolo di Dio,  malauguratamente "cade"  in tentazione,  non necessariamente significa che si rompe il rapporto di fede con Dio.


Altrimenti  saremmo davvero tutti,  un popolo di " poca fede "!.


Viene in mente il caso degli abusi sessuali di recente memoria,  a causa dei quali molti sacerdoti e ( pochi ) Vescovi,  sia qui negli Stati Uniti, quanto in altre parti del mondo, sono " caduti " ( facendo male più alla Chiesa come istituzione che non a loro stessi ) non seguendo alla lettera le parole di monito di Gesù nell' odierno Vangelo : " Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà ".


Se quel " qualcuno" non é in grado di portare la croce non può rinnegare se stesso; quindi non può seguire Gesù nella sua missione apostolica e pastorale. Questi pedofili, non certo per " causa di Gesù" , hanno perduto la vita non salvando la propria anima da un peccato atroce e criminoso.


Chi ha voluto e vuole, invece, seguire Gesù deve  non solo rinnegare se stesso, ma deve mantenere la fede e solo avendo fede nella " Parola ",  può proclamarla e diffonderla attraverso un comportamento fedele ed espressione assoluta dell' esistenza cristiana.
Sono queste le condizioni di Gesù, semplici, scarne ed essenziali  che Egli  detta a chi  vuole seguirLo.


Tali esigenze richiedono una scelta incondizionata del Regno di Dio, la scelta fatta da Cristo e che il discepolo deve assolutamente ripetere.


Ammonisce l ' Apostolo Paolo nella sua Seconda Lettera :

 " Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che é buono, a Lui gradito e perfetto".



La risposta affermativa all' invito di Gesù a seguirlo,  é la chiave che ci apre le porte al Regno di Dio e ci introduce ad una stilizzata imitazione di Gesù e con essa l'assimilazione dei Suoi atteggiamenti di amore, giustizia, solidarietà, gioia e speranza  per vivere con gli stessi sentimenti di pace e fratellanza che  Egli aveva  insegnato ai Suoi  discepoli.


Chi é , quindi, discepolo di Gesù non " deve pensare come gli uomini, ma secondo Dio ! ".


Significa  che l' uomo é soggetto  a debolezze e peccati perché  é fondamentalmente uomo.  Ma Gesù pretende  che  chi é  Suo vero discepolo  deve pensare come Dio, rinnegando se stesso e seguirLo fino alla morte.


Distinguiamo due cose:  noi  cattolici siamo invitati a partecipare al Suo destino, un destino in cui si nasce, si soffre e dopo la morte si nasce a nuova vita, la vita eterna.


Il discepolo che segue Gesù deve essere, invece, cosciente che la vita nasce rigogliosa dall' abnegazione, dalla rinuncia e dalla croce.


L' uomo moderno, proprio a causa delle molteplici  "modernità " della vita,  non é incline alla rinuncia ed alla sofferenza perché non apprezza i valori dello spirito.
Però, come viene raccontato nell' odierno Vangelo di Matteo, " Chi accetta di rinnegare se stesso, prenda la sua croce e mi segua ", non é un attentato alla propria personalità, ma la liberazione dal nostro " IO" egoista.


Ciò dovrebbe permetterci di crescere come persone.   La liberazione dell' egocentrismo, non é necessariamente  repressione psicologica, ma giustizia evangelica che comporta l' obbedienza totale a Dio.


Con la giustizia evangelica si elimina il peccato. Non é per questa ragione che  Gesù é morto in Croce ?. 


Grazie alla Sua Risurrezione ha sconfitto la morte.  Celebrare quotidianamente o domenicalmente , dunque,  l' Eucarestia é sapere perdere e vincere, morire e risuscitare.
 

Meditazioni: "Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma ...",  di Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica  1 settembre 2002, XXII  di Tempo ordinario