Meditazioni

"Uomo di poca fede!
Perché hai dubitato?"

 

di Vincenzo La Gamba


Nelle due delle tre odierne letture assistiamo al fenomeno della forza della natura. Nella prima, tratta dal libro dei Re, é sintomatico il fatto che Dio non si "rivela" nei rivolgimenti della natura (vento che infrange una roccia, tumulto di terra e d'aria e fuoco ), ma in un sussurro di vento, il citato "mormorio del vento leggero".


Cosa significa tutto questo?


Significa che Dio non si  può trovare dove c'é confusione. Non si trova Dio nel chiasso o nel rumore.  Il chiasso é sinonimo di superficialità, di cameratismo nonché di assoluto stordimento.


Questa massima vale pure per chi non crede nello stesso nostro Dio ma pensa che da qualche parte esiste un Verità da scoprire. Dio, che é verità , non si trova nelle forze violente della natura. Sarebbe un controsenso. 


Piuttosto  si trova in una ricerca silenziosa. Va da sé che la calma si traduce in silenzio e con il sussurro si dice a Lui quello che a noi necessita comunicargli senza chiasso. Altrimenti Dio avrebbe difficoltà ad udirci ed esaudirci. Ci sente (e paradossalmente meglio) quando siamo concentrati in un pacifico silenzio. 


Nella seconda lettera San Paolo é preso da un altro tipo di forza della natura.  É più semplicemente una "forza  della natura umana". Cerca di "forzare" ai suoi consanguinei che Gesù Cristo era il Messia.  San Paolo, dopo avere abbandonato l'integralismo ebraico si convertì al Cristianesimo, considerato  però come uno scandalo dagli ebrei (1 Cor.,1 ,23).  La sua "forza umana" non ha mai prodotto l'effetto dovuto sugli ebrei, restii a riconoscere il Messia che egli predicava. Da rilevare comunque che mai San Paolo ha evidenziato un atteggiamento di disprezzo verso gli Israeliti. Anzi egli dice: "Vorrei essere io stesso anatema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne".


Ma c'é un messaggio cha a distanza di 2000 anni é pure attuale.


Riproponiamo quello che scrisse Papa Giovanni XXIII: "Spiritualmente siamo tutti Semiti". Ciò per giustificare che San Paolo pur non essendo stato abile per convincere gli Ebrei ad "accettare Gesù" come il Messia, doveva fare accettare agli ebrei  che tutti discendiamo da Abramo. Quindi fratelli e sorelle in senso lato. 


San Paolo nella seconda lettura ci fa  quindi capire che malgrado la sua disponibilità a dare tutto per i suoi fratelli ebrei, ha invece ricevuto in cambio la loro acerrima inimicizia.


Nell'odierno Vangelo di Matteo é la "violenza del vento" che provoca il mare tempestoso, descritto come un elemento di paura per Pietro e i discepoli.


Una volta placatasi la tempesta, Cristo é riconosciuto veramente "come il Figlio di Dio". 


É il Vangelo in cui Gesù dice a Pietro il famoso detto: "Uomo di poca fede! Perché hai dubitato?".  Gesù, é vero, camminava sulle acque del mare, mettendo paura ai discepoli, che turbati dissero: "É un fantasma!".


Ma subito Gesù parlò loro: "Coraggio sono io, non abbiate paura".


Pietro gli disse: "Signore se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque".


In questo Vangelo la violenza del vento é simile alla nostra vita, a volte, turbolenta ed insicura, piena di problematiche quotidiane.


Si ha paura di affrontarne i pericoli ed é giusto aspettare che le cose si calmino.


Dio si rivela solo con il silenzio. Nel senso Eucaristico, Gesù é riconosciuto  nell'odierno Vangelo di Matteo come Figlio di Dio, una volta placatosi il vento. 


Il simbolismo?  É quello della vittoria sulla paura  che solo Gesù può conquistare. Come?


Semplicemente ricorrendo a Lui nei momenti più turbolenti della nostra esistenza, non guardando alle avversità ed essere vittime di esse, ma superandole con l'aiuto di Dio.


Non si dubita di Dio, cosa che invece é successa con Pietro, non solo in questa ma in altre occasioni.  Dio é una rete di amore, per mezzo della quale pesca e prende anime bisognose della Sua misericordia. Anime che non devono e non possono dubitare della Sua infinita potenza, perché Dio, nel momento in cui compie prodigi straordinari, rifugge ogni pratica vincolatrice.


É la nostra fede il prodigio straordinario che ci consente di redimerci dal peccato.
 

Meditazioni: "Uomo di poca fede! Perché hai dubitato?",  di Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica  11 agosto 2002, XIX  di Tempo ordinario