Meditazioni

"Il grano e la zizzania"

di Carlo Mellace, diacono



Il pensiero centrale della parabola contenuta nell'odierno Vangelo consiste nella separazione del grano dalla zizzania, che può avvenire solo alla mietitura.  Con questa similitudine Gesù vuole soprattutto insegnare alle folle che lo seguivano e a tutti noi che nel Regno dei Cieli ci sarà una separazione netta tra buoni e cattivi. 

Il padrone di casa rappresentato nella parabola é un uomo facoltoso, che ha diversi possedimenti terrieri ed ha alle sue dipendenze numerosi schiavi.  Non c'é da stupirsi se egli, nella conduzione agricola dei suoi poderi controlla personalmente, tra le altre cose, anche la semina.

Un signore del genere ovviamente può avere dei nemici e degli antagonisti invidiosi, forse perfino nella sfera dei proprietari terrieri limitrofi.  Un bel giorno, uno di questi suoi nemici, mentre la gente dormiva, sparse di notte della zizzania fra il grano seminato nel suo terreno.  Il tranello o l'inganno, frutto di questa invidia, non viene riscontrato immediatamente dal padrone, ma solo quando il grano comincia a spuntare.  Infatti i servi si accorsero della crescita della zizzania quando il grano era alto, altrimenti avrebbero potuto con facilità eliminare la zizzania al momento della sarchiatura, che in Palestina avviene nel mese di febbraio.

Però, questa volta i servi rimasero sorpresi dalla quantità eccessiva di erbacce cattive nel campo del padrone. Perciò lo informarono e gli suggerirono di eliminare subito la zizzania.  Ma al padrone parve più prudente aspettare, prima di estirpare l'erba cattiva. Egli giustamente riteneva che, eliminando la zizzania in quel momento, si sarebbe corso il rischio di danneggiare anche il grano, che era giunto all'altezza di un palmo di mano.

Il compito di estirpare la zizzania apparteneva a persone specializzate in questo lavoro.  Al momento della mietitura, questi  mietitori estirpavano con cura la zizzania senza distruggere il grano, la legavano in fasci e la gettavano nel fuoco.

Nella parabola, il buon grano raffigura il Regno dei Cieli, che cresce nei secoli e si ingigantisce fino alla fine dei tempi.  La zizzania invece é raffigurata nei frutti del maligno, nemico della Chiesa e di ogni bene. E non solo il maligno, ma anche i suoi seguaci, o figli delle tenebre, continuano a vivere insieme ai figli della luce e a danneggiarli con ogni mezzo. Però il Padre dei cieli, il vero seminatore del campo, che é la terra di Dio dove nascono e vivono i suoi figli, non vuole estirpare subito il male per non correre il rischio di fare perire subito il male per non correre il rischio di fare perire  anche i buoni e per dare tempo ai cattivi di convertirsi.

Egli é un Padre paziente che attende fino all'ultimo momento per la verifica finale ed il suo giudizio universale.

Il grano può soffrire per la presenza della zizzania, però se é forte e robusto nel suo stelo, potrà svilupparsi fino alla maturazione senza subire profondi danneggiamenti.  É ciò che avviene per i cristiani fedeli e solidi nella fede e nel Vangelo, che sono osservanti degli insegnamenti della Chiesa e delle pratiche religiose di vita cristiana.

Se noi diamo uno sguardo alla situazione che ci circonda, vediamo veramente che accanto alla nostra comunità ecclesiale c'é molta zizzania.

La vediamo nei cattivi esempi dei razzisti, dei peccatori, degli scandalosi.

Possiamo anzi dire ed affermare che l'umanità sta diventando una cloaca di vizi, di odi, di discordie, di inimicizie, di lotte, di rapine e di crimini di ogni genere. Si sviluppa ovunque una forma di pornografia che viene messa in pasto alle giovani generazioni, con i mass media della civiltà moderna: cinema, teatro, radio, televisione e stampa.  E tutto ciò sembra debba rovinare la piantagione del  Regno di Cristo.  Invece non é così, perché Dio dà ai cristiani che si appoggiano a Lui la forza ed il coraggio per superare questi scandali e difficoltà e giungere fino alla maturazione completa.
 

Carlo Mellace, New York, Domenica 21 Luglio 2002 - XVI Domenica del Tempo ordinario