Europa:

Bocciatura al parlamento europeo di Rocco Buttiglione

Nessuno si illuda. Può toccare a tutti
 

 

Maurizio Blondet


Vicenda Buttiglione: discriminare è orribile


«Nessuno può essere discriminato per la sua religione o per le sue convinzioni personali o politiche». Magari le parole variano un poco, ma di una cosa siamo certi: questo divieto esiste in ogni costituzione di ciascun Paese europeo. Se per caso non esistesse lì, è scritto nero su bianco nella Carta dei Diritti Fondamentali d'Europa, all'articolo 21: «È vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata sul sesso, la razza, la religione e le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, gli handicap, l'età o le tendenze sessuali». Tale Carta è stata approvata ("solennemente") a Nizza nel 2000, e l'articolo 21 si trova nel capo terzo, dedicato all'Uguaglianza. Ed è logico: il divieto di discriminare è uno dei pilastri del diritto, il fondamento primario della libertà e dell'uguaglianza delle persone di fronte alla legge: ciò in cui in Occidente si fa consistere la civiltà.

Così, è un tristo segno per la civiltà - non per la religione - la pretesa della Commissione dei Diritti (sic) di bocciare Buttiglione, di squalificarlo ad una carica pubblica, per quello che pensa. Proprio questo hanno fatto gli esaminatori: hanno discriminato una persona in base alla sua fede e alle sue idee. È così, qualunque veste o pretesto diano poi alla loro violazione (la Carta è chiara: «È vietato discriminare... in qualunque forma»). Ma è un segno anche più infausto lo scoppio di trista allegria, di risa appena trattenute o di aperti sghignazzi, che ha accompagnato in certe aree il tiro giocato a Buttiglione: quasi fosse un bello scherzo privare un uomo di un suo diritto fondamentale e, per giunta, deriderlo.

Il fatto che quei ghigni vengano dal settore che si dice "laico" e "liberale", getta ombre oscure sul futuro della libertà in Europa. Perché quel principio di non-discriminazione dovrebbe essere caro soprattutto a loro. È nel loro album di famiglia. Viene dalla Rivoluzione illuminista. Quante volte ci hanno ripetuto il celebre detto, ormai luogo comune, di Voltaire: «Non sono d'accordo con le tue idee, ma mi batterò fino alla morte perché tu possa esprimerle». Frase solenne, come è stata "solennemente" approvata anche da loro la Carta di Nizza, solo 4 anni fa: troppo solenne per chi davanti a una violazione così grave del contratto giuridico europeo non sa tenersi dal ridere. C'è qui, chiaramente, il segnale che il livello mentale e morale s'è troppo abbassato (il riso abbonda sulla bocca degli stolti) perché si possa esser sicuri che quel diritto sarà difeso domani. Un voto a maggioranza può violarlo: non è più chiaro nelle menti che i diritti primari sono sottratti agli arbitri di maggioranze, altrimenti ogni minoranza è per definizione a rischio. C'è chi ha parlato, a proposito dell'ostracismo a Buttiglione, di "oscurantismo" laicista: meglio parlare di oscuramento. Abbiamo letto, al proposito, commenti soddisfatti di cui gli autori dovrebbero vergognarsi perché denunciano, in primo luogo, l'ottenebramento della loro intelligenza. «Questa non è stata una bocciatura contro Dio, ma al servizio di Dio», straparla per esempio un commentatore di Repubblica. Senza nemmeno accorgersene, è un'autodenuncia: il laicismo come "vera religione".
 

 

Europa: «Bocciatura al parlamento europeo di Rocco Buttiglione: Nessuno si illuda. Può toccare a tutti», Maurizio Blondet ,  Avvenire, 13 ottobre 2004

 

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