Antidoti


 

L’ingresso della Turchia nella Ue: l’attuale premier ha ideato un partito di governo che è conservatore in religione ma laico e filo-occidentale nella prassi.

Turchia
 

 

Rino Cammilleri


Poiché da più parti mi si è chiesto cosa ne penso dell’ingresso della Turchia nella Ue, rispondo. So bene chi è Erdogan e da dove proviene. Ma so anche che per acquisire il premierato ha dovuto darsi una regolata. In Turchia, dai tempi di Ataturk, il guardiano della Costituzione (laica) è l’esercito; dunque, chi vuol comandare colà deve farvi i conti. Ma la gente vota islamico.

Così, l’attuale premier ha ideato un partito di governo che è conservatore in religione ma laico e filo-occidentale nella prassi. Insomma, come ha più volte avvertito Massimo Introvigne (uno dei maggiori sociologi mondiali delle religioni), bisogna che impariamo a distinguere tra l’islam semplicemente conservatore e quello fondamentalista.

Dal primo non c’è nulla da temere e, dunque, va semmai favorito. Altrimenti, i sentimenti religiosi dei musulmani si indirizzeranno al secondo: non si può laicizzare per forza chi non vuole essere laicizzato.

E poi, diciamocelo: cosa offre, oggi, l’Occidente, e l’Europa in special modo? Un’immagine di corruzione morale e disfacimento spirituale che i musulmani rigettano (giustamente, mi sento di aggiungere). Perciò, governi islamici conservatori che si alleano con l’Occidente e rifiutano (e tengono a bada) il fondamentalismo sono, a mio avviso, da salutare con gaudio. D’altra parte, in nome di che cosa la Ue può decidere chi entra e chi no? E’ un’Unione puramente economica che ha rifiutato esplicitamente di darsi un’identità culturale: nelle radici cristiane non si riconosce, e sarebbe stato l’unico argomento per tenere fuori la Turchia.

Cerca, nei suoi vertici, di riconoscersi in un laicismo alla francese che però non sta bene alla stragrande maggioranza degli europei (paradossalmente -ma non troppo- è proprio la Francia «laica» a opporsi all’ingresso della Turchia, laddove l’Italia «berlusconiana» la vorrebbe). Per tutto questo mi sembra utile, a fini di politica internazionale, che la Turchia sia accolta nella Ue. Se non altro, la si potrà sottoporre ai vincoli comuni e sanzionarla quando non li rispetta. E un forte alleato in Medioriente oggi come oggi fa comodo.
 

 

Antidoti: «L’ingresso della Turchia nella Ue: l’attuale premier ha ideato un partito di governo che è conservatore in religione ma laico e filo-occidentale nella prassi. Turchia», Rino Cammilleri, giovedì 2 dicembre 2004
http://www.cammilleri.it/

 

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