Antidoti


 

Carlo I, l’ultimo imperatore d’Austria, l'unico capo di stato della Prima Guerra Mondiale ad aver lottato davvero per la pace a causa della sua coscienza cristiana

Carlo

 

Rino Cammilleri

L’1 aprile u.s. l’agenzia on line «Zenit» ha intervistato Otto d’Asburgo, Presidente dell'Unione Paneuropea Internazionale e figlio di Carlo I, l’ultimo imperatore d’Austria (che verrà beatificato il 3 ottobre prossimo). Salito al trono nel bel mezzo della Grande Guerra, nel 1916, Carlo I morì in esilio a Madeira nel 1922, a soli trentaquattro anni. Fu, insieme col papa, «l'unico capo di stato della Prima Guerra Mondiale ad aver lottato davvero per la pace a causa della sua coscienza cristiana».

Dice Otto d’Asburgo: «Mio padre aveva la sua interpretazione, che è diversa da altre, false, che invocano il diritto divino. Il diritto divino della politica è espresso nella risposta di Cristo a Ponzio Pilato, quando gli dice che non avrà più potere di quello che è stato concesso a lui dall'alto. Per mio padre, questo vorrebbe dire che il compito di un sovrano non è quello di credere che il potere risieda nella sua persona, ma che il potere è la responsabilità suprema di fare tutto ciò che è possibile conformemente alla volontà divina e allo spirito della nostra religione». Infatti, «il diritto divino è la più grande limitazione affinché il potere non si trasformi in tirannia e non oltrepassi i suoi limiti».

E' per questo motivo che sarà indispensabile che la Costituzione europea in preparazione riconosca Dio nella vita pubblica. Ancora: paradossalmente, la difesa dei diritti di Dio «nel passato è stata fatta soprattutto dalle nazioni islamiche. Furono esse, infatti, che durante la Conferenza di San Francisco chiesero che nelle sue sessioni venisse menzionato Dio. La mozione, presentata da sei stati musulmani dell'epoca (parliamo del 1945), venne respinta all'unanimità, con l'eccezione di undici voti, sei musulmani e cinque latinoamericani. Gli stati europei dell'epoca non erano presenti a San Francisco, perché erano stati convocati solo quelli che erano stati alleati durante la guerra».

La lezione più importante di Carlo I è «il fatto che sia necessario riconoscere un limite al potere. Né un re, né un dittatore, né una maggioranza assoluta hanno il diritto di calpestare i diritti inalienabili che l'uomo possiede per il fatto di essere stato creato ad immagine del Creatore. In questo senso, quanto è stato detto può essere istruttivo per quegli uomini politici che si allontanano da questa idea e credono che una maggioranza li autorizzi a violare i diritti dell'uomo». Carlo I si ritrovò giovanissimo a dover gestire l’«inutile macello» (definizione del papa) della Grande Guerra e la dissoluzione dell’impero austro-ungarico.

Cercò in tutti i modi di risolvere la guerra per via diplomatica, addirittura offrendo all’Italia quelle «terre irredente» cui essa aspirava. Ma l’offerta fu respinta dal governo dell’epoca e cagionò all’Italia seicentomila morti. Nonchè, subito dopo, il fascismo.

 

 

Antidoti: «Carlo I, l’ultimo imperatore d’Austria, l'unico capo di stato della Prima Guerra Mondiale ad aver lottato davvero per la pace a causa della sua coscienza cristiana. Carlo» Rino Cammilleri, lunedì 18 ottobre 2004
http://www.cammilleri.it/

 

Click qui per tornare indietro a "galatro_home"