Antidoti


 

Inquinamento acustico

Rumore
 

 

Rino Cammilleri


Quando si sente parlar di inquinamento acustico la mente corre, di solito, a Napoli. Poi esce fuori che invece il primato è milanese. I luoghi comuni sono duri a morire, come nel caso di maghi e fattucchiere: tutti pensano al Sud e poi le statistiche mostrano, al contrario, la Lombardia in cima per frequenza dai ciarlatani.

Per chi c’è stato, magari non da semplice turista, il chiasso napoletano ha qualcosa di allegro e festoso, com’è nel carattere storico dei campani. Milano è la città in cui tutti hanno fretta, anche quelli che non hanno niente da fare; il traffico è ordinato, sì, ma sempre più nervoso. Qualche tempo fa circolava una battuta sulla definizione di nanosecondo: il tempo che passa tra il semaforo che diventa verde e l’auto di dietro che comincia a suonare il clacson. Già, a Milano rumore è uguale a traffico.

Ma, si badi, non sono i motori delle macchine, che sono silenziati, bensì i motorini, le motorette e, soprattutto, le moto. Così, si realizza il paradosso: data la «tolleranza zero» per le auto, viene incoraggiato l’uso delle due ruote. Solo che, queste ultime, non sono così facilmente perseguibili come le auto. Un vigile ha buon gioco con un divieto di sosta (alle macchine), che fa cassa e non richiede occhi acuti o inseguimenti (né litigi col conducente, visto che non c’è). Ma con una moto da cross che sfreccia smarmittando, che fai?

Chi scrive abita in Corso Buenos Aires, dove la lunghezza diritta è una tentazione troppo golosa per non dare gas appena il semaforo lo permette. Venite a vedere, e soprattutto sentire, l’infernale boato delle moto di grossa cilindrata, di giorno e di notte.

Cui si aggiunge l’ineliminabile sirena di almeno una ventina di ambulanze al dì, più la polizia, i carabinieri, i vigili in moto (ma, chissà perché, le motociclette delle forze dell’ordine non fanno il fracasso delle altre). Da qualche tempo ci si sono messe anche le biciclette.

Sì, i raduni notturni (sottolineo: notturni) di centinaia di ciclisti che «si riappropriano» della citta suonando a tutto bordone non solo i campanelli dei loro mezzi, ma anche campanacci, trombette da stadio e quant’altro, urlando gioiosi a squarciagola. Metteteci anche le manifestazioni dei cosiddetti centri sociali, con i loro camion zeppi di amplificatori rock. Come si vede dall’elenco, comunque, è tutta roba a cui di chi dovere potrebbe facilmente ovviare.
 

 

Antidoti: «Inquinamento acustico. Rumore», di Rino Cammilleri, lunedì 13 settembre 2004

 

Click qui per tornare indietro a "galatro_home"