America

Riflessioni dopo l’elezione di Barak Obama a Presidente degli STATI UNITI

Only in America

 

Vincenzo   La Gamba

 Only in America (solamente in America) é la tipica espressione che esce spontanea dagli americani quando possono succedere le cose più impensabili.

Only in America può succedere (ma chi l' avrebbe presagito due anni fa) che un "nero" (io lo considero obiettivamente un "mulatto" perché la madre, morta di cancro qualche anno fa era bianca) può diventare presidente di una delle Nazioni più potenti della terra.

Only in America può succedere che (ormai) un ex-Presidente degli USA, Mr. George W. Bush, passerà alla storia per avere dichiarata vinta una guerra, dopo tre settimane dal suo inizio e che invece sta durando da sette anni. Il conto (non finale purtroppo) é di circa 4500 eroi americani.

Only in America può nascere un impensabile neo-Rinascimento politico e sociale, confortato da una storica elezione presidenziale, non tanto perché ha vinto un candidato del partito democratico, ma perché in una nazione libera, potente e nel contempo contraddittoria in molte "issues" economiche-sociali, la vera democrazia non ha un "colore" politico.

Only in America un adulatore come Silvio Berlusconi, Premier del Governo Italiano, può essere deriso dal resto dell' America e del mondo quando definisce Mr. George W. Bush, "uno dei più grandi Presidenti degli Stati Uniti."(sic!)

 Il 4 Novembre 2008 ha smentito Berlusconi e tutti quelli che la pensano come lui perché la causa del successo elettorale di Barack Obama é stato il suo "amico" George W. Bush, proprio lui, uno dei "peggiori presidenti della storia degli Stati Uniti" (peccato che io l'abbia votato nelle due ultime elezioni presidenziali), con il solo 37% di approvazione per il suo operato.

Ed adesso che ci siamo non dimentichiamoci del suo vice, uno dei più odiati vice-presidenti che la storia politica americana ricordi a mente d' uomo: nientepopodimenoche Mr. Dick Cheney  (circa il 26% di gradimento totale in 8 anni a Washington). 

 Ha vinto Barack Obama per colpa di Bush e Cheney per due distinti motivi: la guerra in Iraq e la crisi economica attuale, con le "deregulations" nel mondo finanziario che hanno provocato una catastrofe economica simile a quella della "Great Depression".

 Perché non ha vinto John Mc Cain? Semplice: Mr. George W. Bush ha tradito gli ideali del grande partito repubblicano con una politica da dilettante e di auto isolazionismo, forte del suo modo da bullo texano e "comandato" dal suo vice Dick Cheney, vero "falco" della politica estera del governo in carica.

Se il partito repubblicano ha "preso" pesci in faccia e "perso" voti e senatori (quindi la maggioranza) non é colpa di John Mc Caine ma della sua affiliazione partitica a Bush, il senatore dell' Arizona ha votato pro-Bush per il 90% delle volte.  Immagino che se non ci fosse stato Obama, ma Hillary, anche la Clinton avrebbe vinto con un "landslide" come Obama. La ragione é che comunque avrebbe vinto un Democratico stavolta. 

 Una sola colpa ha avuto McCain: quella di essere meno giovane di Barack Obama, perché John Mc Cain é stato, é e sarà ricordato come grande eroe e patriota americano. 

La maggioranza del popolo americano voleva il "cambiamento" ed ha optato per un Presidente giovane. Il  “cambiamento" l'hanno voluto e sollecitato i giovani che hanno partecipato in massa al futuro della nazione e di conseguenza al loro futuro.

Ha vinto anche Joe Biden,  vice-presidente esperto in politica nazionale ed internazionale.

Perché ha vinto Obama? Per proprio merito e perché é un "predestinato". Non é soltanto l'uomo a cui si avvera il "sogno americano", ma é l'uomo predestinato a formare il partito del "Rinascimento Americano", sogno di tutte le nazioni dei cinque continenti, che hanno silenziosamente "tifato" contro Bush e non contro Mc Caine e Sarah Palin.

Bianchi e neri hanno creduto nei suoi ideali: Obama ha avuto la capacità di radunare folle immense ed entusiaste, parlando alla gente comune che sta soffrendo per una crisi economica sciagurata. Ha sempre parlato con toni conciliatori ma decisi e forti, supportato da un partito democratico in crescita. É stato (se il paragone regge) un "diverso" anche nella sua diversità . 

Insomma non ha parlato da "nero" per gli interessi dei meno privilegiati, ma ha parlato da futuro Presidente "predestinato" per tutelare tutti i meno privilegiati di tutto il "mosaico" della nuova realtà sociale americana.  

Bisognerà vedere se il suo é un "mandato speciale" per il bene comune o non é un bene che sia stato eletto.

Certe sono due cose. La prima: Il messaggio del Vaticano con relative congratulazioni é bene augurante: "Dio lo illumini", é stato scritto, non solo per noi ma per il mondo intero.

La seconda: sua madre e sua nonna, due donne bianche che sono adesso nel Regno dei Cieli, saranno orgogliose di Barack Obama, prestato alla storia dopo aver superato il vero esame della vita in una società non certa benevola per uno di colore, ma che per Obama rappresenta il "cambiamento" di una Nazione in crisi di identità. 

Only in America, my friends

Parafrasando la famosa frase di Gesù nel Vangelo: "Gli ultimi saranno i primi e i primi gli ultimi", ci si accorge quanto, anche in politica, i suoi insegnamenti sembrano non avere tempo. Sempre attuali. 

        May God Bless America now and forever.

 

America: «Riflessioni dopo l’elezione di Barak Obama a Presidente degli STATI UNITI. Only in America.», Vincenzo La Gamba, New York-Brooklyn, 5 Novembre 2008

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