America

Via Crucis

Il sacro rito preseduto dal vescovo Mons. Nicholas Di Marzio
 

Brooklyn:
settemila fedeli alla processione del Venerdì Santo
 

Vincenzo   La Gamba

Brooklyn -   Una marea di fedeli ha sfilato lungo le vie di Brooklyn nella grande processione del Venerdì Santo, alla quale ha partecipato S.E. Mons. Nicholas Di Marzio, Vescovo della Diocesi di Brooklyn e Queens.
La grande processione, è stata organizzata da nove Chiese della zona, tra cui St. Francis Cabrini, San Domenico, St. Mary Mother of Jesus, Sts. Simon and JUde, St. Bernadette, St. Finbar, Santa Rosalia-Regis Pacis, San Atanasio e Nostra Signora di Guadalupe. Responsabile della celebrazione religiosa, arrivata alla 23.ma edizione consecutiva, è stato Mons. Dino Zeni, con la fattiva collaborazione di Fred Falleti e di un comitato speciale, composto da persone di estrazione cattolica e tutte originarie dall' Italia.

Una splendida cornice di folla, che, grazie alle favorevoli condizioni meteorologiche, dopo una settimana di maltempo, ha oltrepassato le settemila unità, così come riportato dal  62.mo Distretto di Polizia di Brooklyn.  I fedeli hanno compostamente pregato e cantato per tutta la processione, trasportati pure dalla lettura delle 14 stazione della Via Crucis da parte del Vescovo Di Marzio, il quale ha portato la croce (quasi due miglia il percorso) sino alla Chiesa di Nostra Signora di Guadalupe, ove è stato allestito un palco sul sagrato della stessa Chiesa.

Lì, la folla è stata ricevuta dal vice parroco Rev. Roberto Adamo, con un saluto al Vescovo, ai prelati e alla folla.  Subito dopo, il Diacono Dante Colandrea ha letto il Vangelo di Giovanni.

È seguita l' omelia del Vescovo Mons. Di Marzio, che ha gradito, per il secondo anno consecutivo, il bagno di folla della comunità religiosa italo-americana.

Ma la sua omelia, iniziata con il riferimento alla domenica delle Palme, una ricorrenza e segno di riconciliazione con Dio, successivamente non solo ha fatto rivivere i momenti di dolore di Gesù in Croce, ma è andata oltre. 
Ha infatti spiegato il significato delle "sette ultime parole di Gesù Cristo in Croce",  soffermandosi, con grande enfasi, su quella che recita: "Ho sete".

Ed il suo pensiero è andato a coinvolgere Terri Schiavo (la donna che ha sposato un americano di origine italiana), in coma da ben 15 anni, oggetto, in queste ultime settimane, dell' attenzione mondiale al riguardo del diritto alla sua vita; una vera difesa a favore della quale il Vescovo Di Marzio, ha usato un duro ammonimento a tutti: "Terri Schiavo è una donna "schiava" di nome e di fatto".  Poi ha proseguito così: " Anche Gesù, prima di morire, ha chiesto da bere e gli è stato dato da bere. A questa donna no. Le viene vietato di bere. Non può bere, nè mangiare, deve morire.  Questo è, ha affermato categoricamente, un vero "atto di morte dichiarato", perchè è il contrario della "cultura della vita", che noi come Chiesa, difendiamo apertamente.

Noi condanniamo questo stato di cose, perchè tutti abbiamo il sacrosanto diritto di vivere".

Alla fine, ha esortato la folla a recitare un Padre Nostro, un’ Ave Maria e un Gloria al Padre in soccorso alla sofferenza di una donna, costretta a morire, perchè così è stato deciso da altri.

Parlando della sofferenza di Gesù Cristo in Croce, Il Vescovo ha ricordato, con tanta tristezza, la grande sofferenza fisica, che sta vivendo il Santo Padre Giovanni Paolo II, il quale, per la prima volta, dopo 26 anni di Pontificato, non ha potuto essere presente alla Via Crucis a Roma.  "Il Pontefice - ha continuato il Vescovo Di Marzio- è  l' esempio più concreto della vita attraverso la sofferenza. Egli nel lontano 11 Febbraio del 1984, ha ricordato nella sua "Salvifici Doloris", che la sofferenza appartiene a tutti e tutti devono sopportarla con dignità.  Dedichiamo, stasera, al Nostro Sante Padre, una preghiera speciale, affinchè Egli possa, anche se sofferente e malato, vivere ancora più a lungo possibile".

Il Vescovo ha concluso la sua omelia gridando: "Viva Gesù, Viva il Papa e Viva Terri Schiavo!", riassumendo, così, tre punti salienti di un Venerdì Santo, che non è sembrato diverso dagli altri (si ricorda sempre la Passione e morte di Gesù), ma in cui, quest' anno, si è ricordata la sofferenza; la sofferenza di una donna costretta a morire per causa degli altri, e di un uomo straordinario, come Papa Giovanni Paolo II, che riesce, a vincere (momentaneamente) la morte, pur atrocemente soffrendo da moltissimi anni a causa di malanni che lo stanno deteriorando nel corpo (ma non nella sua anima). Due concetti di sofferenza diversi,  ma uguali nella sostanza, che hanno fatto riflettere i presenti, i quali hanno commentato positivamente l' omelia del Vescovo Di Marzio.

È da rilevare che la grande processione del Venerdì Santo è stata ripresa da tutti i maggiori canali televisivi di New York, tra i quali Channel 2, News 4, Channel 5, Eyewitness News- Channel 7, che hanno mandato in onda, nei loro telegiornali, immagini ed interviste della più classica delle manifestazioni religiose del Venerdì Santo. Con essa, si vuole rinnovare il retaggio religioso della comunità nostra, che appartiene alle tradizioni ataviche in Italia e vedendole perpetuate, con lo stesso spirito di fede negli Stati Uniti, acquistano un valore aggiunto.
La processione vedeva all' inizio, un Cristo (e diversi Cirenei, che a turno si davano cambio), che portava a spalla la croce, per raffigurare la Via Dolorosa che Gesù percorse a Gerusalemme.

La statua del Cristo morto è stata portata a spalla da (quasi) gli stessi fedeli italo-americani, che, con smoking e cravatta nera, ripetono questo rito da 23 anni consecutivi. Seguiva la statua dell' Addolorata, appartenente pure alla Chiesa di Santa-Rosalia - Regina Pacis, i Cavalieri di Colombo, in grande uniforme, la banda di Mike Armando di Passaic (New Jersey).

Impeccabile il servizio di polizia al riguardo del traffico cittadino, abbinato al servizio di sicurezza, diretto da Kevin Cannaham, a cui si deve andare anche parte del merito del successo della riuscitissima cerimonia religiosa.
 

America: «Il sacro rito preseduto dal vescovo Mons. Nicholas Di Marzio. Brooklyn: settemila fedeli alla processione del Venerdì Santo», di Vincenzo La Gamba, New York, 27 Marzo 2005

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