Appunti di viaggio |
L'Europa rinascerà? San Nicola!
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am Il cielo era sorprendentemente terso. Da diversi giorni era sempre così limpido, era uno spettacolo, era una meraviglia di azzurro: intenso, profondo, trasparente, capace di rendere nitida ogni cosa, in particolare il verde nuovo degli alberi e dell’erba.
Passeggiando lungo il corso del fiume eravamo assorti nei nostri pensieri e quasi in religioso silenzio osservavamo la natura che ci avvolgeva.
“Chissà se la prossima settimana il cielo cambierà e tornerà l’opacità dei giorni soliti, la bruttezza di un’aria pesante”, disse il brontolone della compagnia.
“Ma hai visto le previsioni del tempo?” chiedemmo stupefatti.
“No stavo parlando delle elezioni europee” replicò.
“Ma, cosa dovrebbe succedere?” chiese il taciturno.
“Che il declino europeo continui inesorabilmente”, sentenziò il brontolone.
“L’Europa ha perso per strada molti dei suoi ideali. Primo fra tutti il cristianesimo”, aggiunse l’intellettuale del gruppo.
“Le grandi parole attorno a cui è nata l’Europa, come persona, lavoro, progresso e libertà sono ormai così vuote che non hanno più il loro spessore originale”, aggiunse il saggio.
“Nel maggio del 1950 Robert Schuman proponeva la creazione di una comunità sovranazionale europea per condividere il carbone e l’acciaio creando la cosiddetta CECA. E poi è stato un susseguirsi di iniziative analoghe”, chiarì l’intellettuale.
“Si cercava di cooperare e non farsi guerra l’un l’altro”, aggiungemmo.
“Ora gli orizzonti sono ridotti al pareggio di bilancio e allo spread”, continuò il saggio della compagnia.
I commenti che seguirono portavano a rassegnarsi ed avevano un malcelato scetticismo misto a malinconia.
Non c’era da esitare. Appena arrivati in piazza andammo spediti dal santo dal santo patrono.
Giunti in Chiesa, dopo esserci genuflessi davanti al tabernacolo ci sedemmo al solito banco.
Il santo ci venne in soccorso “C’è bisogno di rialzare lo sguardo” quasi leggendoci nei pensieri.
“Sembra che tutte le questioni che nascono abbiano solo l’effetto di attanagliare l’Europa. Eppure la comunità europea emette leggi, regolamenti, disposizioni, etc, in continuazione”, evidenziammo.
“Pretendere di risolvere le gravi questioni solo con gli strumenti giuridici è pura illusione oltre che inefficace”, rispose il santo patrono.
“Ma allora dobbiamo stare con le mani in mamo?” chiedemmo.
“Diceva un grande educatore del secolo scorso che di fronte ai problemi più radicali dell’esistenza umana, la soluzione «non avviene direttamente affrontando i problemi, ma approfondendo la natura del soggetto che li affronta», chiarì il santo patrono.
“Ma questa è filosofia, con tutti i mezzi che abbiamo l’economia, la finanza, si possono risolvere tutti i problemi” precisammo.
“Anche voi potete constatare che l’aver dimenticato l’origine di quella crisi dell’umano ha indebolito la consapevolezza dei fini. Guardate come col passare degli anni il mezzo, cioè l’economia, il diritto al profitto, la finanza, è diventato lo scopo e l’unione economica europea si è trasformata in un mero compromesso fra interessi inevitabilmente contrapposti”, disse il santo protettore.
“Se è così che ci sta a fare l’Europa?” chiedemmo sbigottiti.
“Smarrito l’ideale e la coscienza del fine, gli organismi europei sono cresciuti su se stessi, spesso gonfiandosi a dismisura e generando una sorta di mostro tecnocratico che sembra deciso a piegare la realtà alle proprie esigenze”, proseguì il santo protettore.
“Che cosa possiamo fare in tutto questo marasma?”, tentammo di chiedere,
“Non vi ricordate ciò che disse Benedetto XVI «la legittimità di una carta costituzionale deriva da due fonti: dalla partecipazione politica egualitaria di tutti i cittadini e dalla forma ragionevole in cui i contrasti politici vengono risolti».
“Václav Havel, il primo presidente della Cecoslovacchia postcomunista, nel suo libro «Il potere dei senza potere» del 1979, aveva sostenuto che «... il problema della vita sociopolitica era il dominio della menzogna dell’ideologia e che la vera risposta alla situazione non sarebbe stata una rivoluzione violenta, né una semplice riforma politica o il mero superamento del totalitarismo in favore di una democrazia parlamentare, ma una vita, personale e sociale, giocata nella ricerca della verità». Come dire quello può cambiare la storia passa attraverso il cuore dell’uomo”, ardì dire il saggio della compagnia.
“Il papa emerito Benedetto XVI ricordava che «il contributo fondamentale che la fede può dare alla vita pubblica è allargare la ragione». Inoltre un grande educatore del secolo scorso aggiungeva che «l’apporto del cristianesimo è anzitutto l’educazione a guardare la realtà in tutti i suoi fattori e quindi a recuperare quell’impeto ideale originario che si è offuscato nel tempo»” disse il santo patrono.
“Questa è la vera emergenza odierna” concludemmo noi. E quasi soddisfatti e senza innervosirci per il consueto colpo di tosse del sacrestano che ci avvisava che era ora di chiudere la chiesa ci congedammo dal santo patrono ed uscimmo per rientrare a casa.
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am:
«L'Europa rinascerà? San Nicola!
L’Europa ha perso per strada molti dei suoi ideali.
La vera emergenza odierna» Galatro,
Sabato 24 Maggio 2014 |
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